Il quadro è completo. Terminato il conteggio in Tribunale delle due sezioni di Campobasso che ancora mancavano all’appello, cala il sipario sulla tornata elettorale che ha consegnato il governo della Regione al centrodestra guidato da Francesco Roberti. I risultati del 25 e 26 giugno avranno però delle inevitabili ripercussioni anche sul Comune di Campobasso sia nell’immediato, con l’ingresso dello sconfitto Roberto Gravina nel Consiglio di Palazzo D’Aimmo a capo dell’opposizione e il passaggio del testimone in Comune alla vice sindaca Paola Felice fino alla scadenza della consiliatura, sia nel prossimo futuro, con la campagna elettorale per le amministrative di primavera già entrata nel vivo.
Gli equilibri e il peso dei partiti in città sono nettamente cambiati. Il dato più eclatante è ovviamente il tonfo del Movimento 5 Stelle e la sonora sconfitta di Roberto Gravina che, nonostante il sostegno del Partito Democratico e delle altre forze progressiste (solo Costruire Democrazia ha superalo la soglia di sbarramento, ndr), che lo hanno incoronato come il ‘candidato vincente’, non ha convinto i molisani e ancor di più i campobassani. Analizzando i risultati del capoluogo, infatti, Gravina ha perso anche nella città che amministra da quattro anni: 11.958 le preferenze ottenute contro gli 11.964 voti incassati da Roberti. L’altro esponente dei 5 Stelle in corsa, l’assessore all’Ambiente e alla Mobilità Simone Cretella, ha ottenuto complessivamente 701 preferenze, 522 a Campobasso. Numeri che non gli hanno consentito di entrare nel Consiglio regionale. Insomma, sono lontane le percentuali non solo delle Politiche, ma pure delle scorse amministrative, quando i pentastellati guidati dal candidato Gravina riuscirono, da soli, a battere nettamente la squadra dell’uscente Battista ed evitare la vittoria al primo turno della corazzata del centrodestra, conquistando Palazzo San Giorgio al ballottaggio.
Nonostante il risultato regionale sia deludente, è andata decisamente meglio al Partito democratico campobassano che ha eletto Alessandra Salvatore con 1.769 voti. La consigliera dem, in corsa anche alle scorse politiche e membro della segretaria nazionale del Pd, è stata superata solo dai ‘pesi massimi’ del partito, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla. Quarto, invece, il capogruppo dem a Palazzo San Giorgio Giose Trivisonno che ha ottenuto la fiducia di 1.584 molisani. A Campobasso è invece risultato il primo eletto nel centrosinistra con 932 voti (Salvatore si è fermata a 928). Un dato che, secondo i bene informati, incoronerebbe Trivisonno come il prossimo candidato sindaco di Campobasso. La ‘casella’ spetterebbe infatti ai dem, vista la convergenza del Pd su Gravina alle regionali. C’è però l’incognita alleanza. Le due forze riproporranno lo schema – per ora fallimentare – anche alle amministrative di Campobasso? Alla luce delle percentuali ottenute dal partito di Conte (7% in regione e 10,2% a Campobasso) e della bocciatura di Roberto Gravina risulterebbe quantomeno forzata la scelta di ricandidare un sindaco 5S. Il Pd è infatti il secondo partito in regione, dietro a Fratelli d’Italia.
Sempre sul fronte dem, risultato discreto per Bibiana Chierchia. L’ex vice di Battista è stata votata da 813 molisani, di cui 528 campobassani.
È stato invece il campione di ‘incassi’ del capoluogo Massimo Sabusco: in Comune capogruppo della lista civica È ora, alle regionali ha concorso nella squadra della Lega risultando primo eletto con 1834 voti e ottenendo lo scranno a Palazzo D’Aimmo.
Flop, infine, per Carla Fasolino. La consigliera dei Popolari per l’Italia, in lizza in ticket con Michele Scasserra (già candidato sindaco sconfitto nel 2014 da Battista, ndr) ha ottenuto 715 preferenze, appena 317 nella sua città. Bassa anche la percentuale complessiva del partito di Vincenzo Niro (e di Salvatore Colagiovanni) a Campobasso: Popolari per l’Italia si attesta al 5,7%, mentre alle scorse amministrative aveva toccato addirittura il 17%. Numeri che complicano la vita proprio a Salvatore Colagiovanni e alle sue aspirazioni da primo cittadino.
Altro sconfitto di questa tornata, seppur non direttamente, il capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito. Il plenipotenziario dell’ormai ex assessore regionale al Turismo, nonostante una campagna elettorale in prima linea, rigorosamente postata sui social, non è riuscito a fare la differenza su Campobasso e a concorre alla rielezione di Vincenzo Cotugno.

md

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