Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale di ieri l’adozione del Peba – Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, approvato all’unanimità dall’Assise.
Il Peba è un piano di settore del Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile) già adottato nel 2022 dal Comune di Campobasso, ed è stato finanziato, per un importo di 39.000 euro, dal ministero per le Infrastrutture e Trasporti che ha ammesso ed approvato la candidatura avanzata dal Comune in qualità di capofila dell’Area urbana di Campobasso.
Si tratta di uno strumento tecnico di programmazione finalizzato ad un progressivo sviluppo della mobilità urbana attenta alle necessità ed ai diritti delle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
«Il Piano, redatto anche grazie al coinvolgimento ed alla partecipazione delle associazioni operanti sul territorio nel settore delle disabilità – aggiunge con soddisfazione l’assessore alla Mobilità Simone Cretella che ha presentato la proposta di deliberazione – prevede la mappatura della situazione esistente con il censimento delle principali barriere architettoniche negli spazi pubblici, la predisposizione dell’elenco degli interventi indispensabili, in ordine di priorità, oltre che il costate monitoraggio del grado di accessibilità dei luoghi ante e post piano affinché la nostra città diventi sempre più accessibile ed inclusiva».
Ad intervenire nel corso del dibattito anche il capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito che ha rivolto un plauso alla proposta di Cretella definendo il Peba «uno strumento strategico che guarda in positivo al futuro», precisando, tuttavia, che la maggioranza in passato ha attuato iniziative che in città non hanno tenuto conto di tale problematica.
«Mi riferisco, ad esempio, al pannello turistico posto di fronte alla Cattedrale – ha detto Esposito – ma anche all’apertura di un Infopoint turistico nel Palazzo di città che non è dotato di un accesso per i disabili, o alla parte finale del marciapiede di via Milano, dove tra l’altro è presente anche uno studio medico, che non presenta una rampa d’accesso. O, ancora, quella che definirei la più grande barriera architettonica in città, ovvero il centro storico. Il Peba è sicuramente uno strumento utile – ha rimarcato Esposito – ma bisognerebbe amministrare meglio la città prima di riempirsi la bocca di una strategia che appare un po’ ridondante.
Ma i problemi non si limitano alle sole rampe – ha detto in conclusione -, pensiamo alle grate sui pubblici marciapiedi, attualmente maltenute. In questo caso dei sopralluoghi da parte degli agenti di Polizia locale potrebbero risultare utili.
Ok, dunque, alle possibilità di intervento ma bisogna darsi delle priorità. Abbattere le barriere architettoniche non significa solo permettere a chi è in carrozzina di accedere ai luoghi pubblici ma anche consentire a chi ha difficoltà nella mobilità di camminare per strada senza ostacoli».
In agenda ieri anche l’aumento gratuito del capitale sociale della Sea. Ma la delibera è stata ritirata dall’ordine del giorno, come chiesto dalle opposizioni.