Ennesima fumata nera dopo l’udienza davanti alle autorità israeliane: Khaled, il cittadino italo palestinese – sposato con la campobassana Francesca Antinucci e padre di un bimbo di 4 anni- detenuto dal 31 agosto senza una formale accusa, resterà ancora in carcere.
Il 21 settembre, come previsto, si è tenuta l’udienza relativa alla proroga del suo trattenimento in carcere conclusasi con un’ulteriore estensione della detenzione per altri 11 giorni.
«Il tribunale – spiega la moglie in una nota – ha deciso che, al termine di questa lunga proroga, sempre finalizzata alla raccolta di elementi, entro un massimo di 3 giorni a partire dal 1° ottobre, le investigazioni dovranno presentare delle accuse poiché il termine per questa forma di detenzione cautelare decadrebbe.
Khaled dunque fino ad allora, senza che siano state formulate delle accuse a suo carico, resterà recluso nella prigione di Petah Tikwa nella quale è stato quotidianamente sottoposto a interrogatorio, sempre senza la presenza del suo difensore.
Vista la perdurante e allarmante situazione detentiva di Khaled e del mancato rispetto dei suoi diritti facciamo nuovamente appello per la sua immediata liberazione».
Nel frattempo, alla vigilia dell’udienza del 21 settembre, anche Amnesty International Italia ha chiesto la scarcerazione immediata e incondizionata di Khaled El Qaisi, a meno che non gli siano prontamente notificati dei capi di imputazione internazionalmente riconosciuti e sia sottoposto a un procedimento penale che rispetti pienamente gli standard internazionali del processo equo.
La richiesta è diretta alle autorità israeliane, ma l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato anche il governo italiano ad agire affinché Khaled El Qaisi, che ha nazionalità italiana e palestinese, torni al più presto in libertà.

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