Nella gerarchia dei Santi occupa sicuramente un posto di preminenza nel mondo ed è particolarmente venerato qui da noi, in Italia, ove riveste il ruolo di protettore. Parliamo di San Francesco d’Assisi, l’umile fraticello che ha voluto e saputo abbracciare il Vangelo come pochi e distribuire le prelibatezze che esso promana in ogni angolo del pianeta. Non c’è territorio più remoto del globo che i suoi innumerevoli seguaci non siano riusciti ad alzare le tende. Ovviamente la culla più ampia si trova sulla superficie italiana, ove il Santo, proclamato Patrono d’Italia nel 1939 da papa Pio XII, ha gettato semi dappertutto, spargendo fraternità, amore, pace e, quel che più conta, la parola di Dio. Il pontefice Pio XII gli riconobbe di essere il più italiano dei santi in quanto uno dei padri della nostra lingua, e il più santo degli italiani, per via della devozione che gli è riservata. Originario di Assisi, ove è nato nel 1182, fu battezzato con il nome di Giovanni, ma suo padre volle chiamarlo Francesco. Iscritto nel registro dei santi a due anni dalla sua morte, avvenuta all’età di 44 anni, Francesco ha rappresentato e continua a rappresentare l’uomo, il santo carismatico per eccellenza, colui che ha donato se stesso a Gesù, al mondo intero. Ovunque si trovano le sue generose e sagge testimonianze di spiritualità, di strutture dei suoi figli, uomini e donne. Il nostro capoluogo regionale contempla tutte le ramificazioni francescane: frati minori, frati minori conventuali e frati minori cappuccini. Sono questi ultimi, però, reggenti del convento e della parrocchia “Sacro Cuore di Gesù”, in piazza San Francesco, con una statua all’aperto dedicata a Francesco, che riservano particolari attenzioni al poverello, più delle altre chiese francescane, destinandogli esclusivi festeggiamenti e iniziative varie, che si concludono con la tradizionale processione per le vie del quartiere San Francesco, con i simulacri di San Pio e San Francesco. Si, avete letto bene, anche la statua di San Pio da Pietrelcina, cappuccino, salito agli onori della Santità e canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel giugno del 2002. Sabato 23 settembre i frati di piazza San Francesco, con in testa il neo-parroco Massimiliano Scolozzi e il neo-guardiano, Ippazio Nichil, coadiuvati dagli altri confratelli, hanno riservato particolari cure alla ricorrenza, celebrando degnamente la festa del santo di Pietrelcina, con una Santa Messa solenne, presieduta da fra Nicola Maio, maestro del post noviziato, a conclusione del triduo iniziato mercoledì 20 settembre, e della rievocazione del pio transito di San Pio, avvenuta venerdì 22. Concluse le manifestazioni per San Pio, si è passati velocemente alla novena del serafico padre, iniziata lunedì 25 settembre. La nuova tavola di famiglia ha voluto dare un taglio diverso dagli anni scorsi, rendendo più “familiare” la novena, con l’alternarsi delle celebrazioni giornaliere curate dai parroci delle altre parrocchie francescane di Campobasso. Ieri sera, celebrazione conclusiva della novena, presieduta dal guardiano del Convento, fra Ippazio Nichil, che ha presieduto, subito dopo la Messa, anche la rievocazione del pio transito del Serafico Padre San Francesco. Oggi, 4 ottobre solennità del serafico padre, oltre alle tradizionali eucaristie mattutine, alle ore 17, sul piazzale antistante la chiesa, ci sarà la benedizione degli animali e alle ore 18 la santa messa solenne, sicuramente l’ultima per tale ricorrenza, presieduta dal padre Arcivescovo GianCarlo Maria Bregantini, visto e considerato il raggiungimento del meritato riposo per via della età. Seguirà l’appuntamento con la processione alla quale una folla numerosa farà da splendida cornice ad un appuntamento intriso di profonda spiritualità e di fede certa. Quella stessa folla che ha fatto sentire notevolmente la sua presenza e il suo affetto alla comunità religiosa, chiamata a misurarsi con importanti momenti subito dopo l’insediamento, e promossa a pieni voti. Un viatico benaugurante per il prosieguo.

Michele D’Alessandro

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