«A breve il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sarà a Campobasso», l’annuncio, fatto dall’assessore regionale Salvatore Micone a margine della conferenza di ieri alla Gil, apre ad una notizia ancora più attesa. L’esponente del governo Meloni sarà in città per comunicare la riapertura della Biblioteca Albino. Secondo quanto trapela, infatti, è stata trovata la soluzione che tutti auspicavano e sui cui anche la delegazione parlamentare di Fratelli d’Italia ha lavorato in questi mesi. L’onorevole Elisabetta Lancellotta e il senatore Costanzo Della Porta, solo alcune settimane fa, annunciarono che il ministero stava studiando l’ipotesi di attribuire il rango di Biblioteca pubblica statale alla ex Biblioteca provinciale “Pasquale Albino” di Campobasso, quale sede distaccata della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Non c’è ancora certezza sui tempi effettivi per la riapertura, ma con lo sblocco dell’iter è stato almeno superato un’impasse che andava avanti da sette anni. Insomma, la strada è stata tracciata e la luce infondo al tunnel ora si intravede.
La Biblioteca Albino è la più importante istituzione culturale della Regione Molise, con un patrimonio documentario cartaceo e digitale, Polo SBN (contenente circa 200.000 notizie e a cui afferiscono 18 biblioteche molisane), teche digitali contenenti circa 90.000 immagini fra periodici molisani e manoscritti musicali, l’unica biblioteca a raccogliere pubblicazioni, libri, riviste e quotidiani della Regione.
La Biblioteca è stata istituita nel 1861, e sviluppatasi ulteriormente, dal 1882 in poi, grazie alla cospicua donazione libraria di Pasquale Albino, avvocato, giornalista e bibliofilo molisano, a cui oggi la biblioteca è intitolata. Al primo nucleo librario si aggiunsero altre donazioni di molte famiglie molisane, fra queste anche quella di Gaetano Albino, figlio di Pasquale, che completò la donazione paterna. Nel 1993 la Biblioteca Albino fu trasferita nella sede attuale in via D’Amato. Chiusa ormai da ben 7 anni a causa delle conseguenze della Legge Delrio che tolse competenze di ambito culturale alle Province.
Tutte le Regioni, dove si trovavano biblioteche provinciali, decisero di regionalizzare tali istituzioni che svolgono un servizio basilare per le comunità.
La Regione Molise, invece, decise di “dire no” all’acquisizione della Albino, anche per il tramite dei vertici della Fondazione Molise Cultura che non hanno mai manifestato il disagio della perdita della maggior istituzione culturale del territorio.
Ciò nonostante la Regione Molise fosse il soggetto individuato dalla legge per condurre il riordino delle funzioni previsto dalla legge Delrio, e nonostante sia il principale cofirmatario dell’Accordo di Valorizzazione stipulato il 13 settembre 2016 col Mibact, quindi il soggetto istituzionale tenuto a verificare il rispetto degli accordi ed eventualmente a stimolare il loro adempimento.
Da qui una serie di vicissitudini che hanno portato alla cessione della Biblioteca Provinciale “Albino” al Ministero della Cultura, finendo però sotto la Direzione generale dei Musei anziché la Direzione generale delle Biblioteche, come avvenuto per molte altre strutture italiane. Questo il quadro fino ad ora: nei prossimi giorni, dunque, il ministro Sangiuliano annuncerà le importanti novità direttamente in via D’Amato.

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