Il progetto è stato sin da subito osteggiato dalla minoranza di Palazzo San Giorgio, in particolar modo dal capogruppo della Lega Alberto Tramontano che ha lanciato anche una raccolta firme per chiedere la riapertura della Enrico D’Ovidio e, di conseguenza, impedire la realizzazione della scuola ponte nell’area di Selvapiana. L’intervento costerà infatti 3 milioni e mezzo di euro: risorse che l’amministrazione reperirà attraverso l’accensione di un mutuo. «Dunque – l’accusa principale di Tramontano – soldi che dovranno sborsare i cittadini di Campobasso».
La giunta 5 Stelle, però, tira dritto e nelle scorse ora ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica. Infatti, a seguito della dismissione in città di alcuni plessi scolastici da demolire e ricostruire, è sorta l’esigenza di trovare degli spazi temporanei idonei dove consentire il normale svolgimento delle attività didattiche in attesa della ricostruzione degli edifici scolastici demoliti. La scelta è ricaduta sui locali dell’ex area fieristica, «una struttura prefabbricata con ampie luci – si legge nel progetto – che ben si presta ad una rapida riconversione per un utilizzo come scuola materna, primaria e secondaria di I° grado.
Per ospitare le attività didattiche verrà impiegata una porzione di circa 4.810 mq dell’edificio ex Ente Fiera in località Selva Piana a Campobasso. Nello specifico l’intervento interesserà i padiglioni espositivi collocati alla sinistra dell’entrata principale al polo fieristico, originariamente nati come “Centro per l’esposizione, la contrattazione e la commercializzazione di bestiame e di prodotti zootecnici nell’agro di Campobasso”.
L’intervento al fine di rendere l’edificio in questione idoneo all’utilizzo come scuola, prevede un miglioramento sismico delle strutture prefabbricate esistenti, la realizzazione di nuove partiture di divisione interna, la sostituzione di infissi interni ed esterni, nuovi impianti elettrici, termici ed idrico sanitari, nuove pavimentazioni e verniciatura delle pareti.
L’intervento proposto con il presente progetto di fattibilità mira al duplice obiettivo di realizzare un intervento con un impatto ambientale pressoché pari a zero, in quanto principalmente realizzato all’interno di un edificio esistente molto versatile in termini di spazi, ed al contenimento dei costi complessivi di intervento.
L’ingresso principale permette l’accesso al blocco Scuola Materna composto da un ampio atrio, 14 aule con annessi servizi igienici ed un vasto spazio interciclo, che ben si presta alla variabilità dei gruppi di lavoro, delle attrezzature nonché delle attività. Nel medesimo blocco sono stati posizionati 4 locali ufficio, per l’espletamento delle mansioni amministrative ed i locali destinati ai collaboratori scolastici. Gli altri due ingressi permettono poi l’accesso allo spazio destinato alla mensa, nonché al blocco Scuola Primaria/Secondaria, composto da 11 aule da 25/30 alunni, aula docenti, spazi per collaboratori scolastici nonché servizi igienici, organizzati per blocchi e divisi per sesso. La conformazione degli ambienti, nonché la destinazione ed il numero delle aule, potrà essere variata, nei successivi livelli di progettazione, a seconda delle richieste provenienti dai Dirigenti scolastici nonché in base alle necessità dell’Amministrazione comunale».
La stima dell’intervento è pari a 3 milioni e mezzo di euro, di cui 500 a disposizione dell’amministrazione, mentre i restanti 3 milioni saranno messi a base d’asta.
Per Tramontano, invece, «la decisione più sensata, più economicamente sostenibile, più in linea con le necessità di alunni, docenti e famiglie è sicuramente la riattivazione della Casa della Scuola Enrico D’Ovidio, un monumento della città di Campobasso, un luogo di prestigio e di storia. Trasferire centinaia di alunni e docenti in una zona periferica della città potrebbe essere una decisione dalle conseguenze imprevedibili, senza contare il danno che verrebbe arrecato alle attività economiche del centro città che anche grazie alla popolazione scolastica (alunni, docenti e famiglie) si sostengono e sopravvivono».

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