Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, e il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi hanno annunciato ieri, nel corso di una conferenza stampa, la ristrutturazione del centro sportivo del Parco Verde di Caivano, luogo in stato di degrado e macabro teatro in cui si sono consumati gli abusi nei confronti delle due cuginette minorenni. Qualche ora prima a Campobasso, don Maurizio Patriciello, il parroco che da anni si batte contro la camorra per restituire un futuro di speranza ai ragazzi di Caivano, ha parlato agli studenti del Convitto Mario Pagano, spronandoli a ‘lottare’ «non per la legalità, concetto – ha detto – troppo spesso abusato e che ha perso di significato, ma per la normalità». L’incontro, fortemente voluto da Palmina Giannini, la mamma coraggio di Venafro, è stato organizzato dal rettore del Convitto Rossella Gianfagna. «Un momento di confronto fondamentale per i nostri giovani – ha sottolineato – soprattutto per i nostri maturandi che presto lasceranno la scuola. A loro dobbiamo consegnare il messaggio di don Patriciello, che porteranno anche fuori dalle aule».
Presenti il prefetto di Campobasso e le autorità civili e militari della città che, insieme agli studenti, hanno ascoltato con grande attenzione gli spunti di riflessione offerti da don Patriciello. Il parroco, conosciuto per le sue battaglie nella terra dei fuochi, è partito proprio da questo capitolo della sua vita: «Sono entrato in seminario relativamente tardi, a 30 anni. Prima lavoravo in ospedale, ero un infermiere caposala. Sia con i miei colleghi in corsia, sia dopo il seminario, vedevamo la gente intorno a noi ammalarsi e morire. Abbiamo iniziato ad alzare la voce e chiederci come mai in questo territorio, tra la zona nord di Napoli e quella sud di Caserta, la gente continuava a morire. Sapete cosa ci hanno risposto? – dice ai ragazzi raccontando le minacce subite dalla camorra, che lì sversava i rifiuti, e dagli amministratori collusi – Di non fare domande, di farci gli affari nostri perché rischiavamo addirittura una denuncia per procurato allarme». Dopo dieci anni l’istituto superiore di Sanità ha ammesso che in quella zona ci si ammala di cancro e si muore più che in altre aree del Paese. «Ma noi lo vedevamo tutti i giorni – racconta con un pizzico di amarezza – tutti avrebbero dovuto muoversi prima».
Poi si sofferma su quanto accaduto nelle ultime settimane nel Parco Verde di Caivano, un’inversione di marcia che, secondo il parroco, di attendeva da anni. «Ho chiamato il premier Meloni e le ho detto testualmente ‘dovete riportare lo Stato in questo paese’. La presidente è venuta con tre ministri e il capo della Polizia e a distanza di venti giorni sono iniziati i blitz. Saviano ha scritto che l’arrivo della Meloni a Caivano sarebbe stata la fine. Perché la fine, invece è stato un successo.
Ragazzi – l’appello rivolto agli studenti – voi dovete imparare a fischiare ma anche ad applaudire e apprezzare quando le istituzioni fanno bene.
Ora il Parco verde è presidiato giorno e notte e lo spaccio si è abbassato. Questo è un successo. Insieme ad un esercito di forze dell’ordine – sottolinea – però deve esserci anche un esercito di insegnati
Insieme ad un esercito di forze dell’ ordine deve esserci anche un esercito di insegnanti e assistenti sociali.
Abbiamo chiesto al governo di essere presente e noi, come persone serie, non possiamo fare altro che ringraziare. La prossima settimana arriveranno altri due ministri, Meloni ha parlato di tutte le Caivano d’Italia, di avere uno sguardo a tutte le periferie, che non sono la fine delle città ma l’inizio delle città. Nelle periferie c’è tanta vita, ci sono tanti bambini, mettiamo al centro delle nostre azioni i bambini».
Infine indica la strada ai giovani: «Proprio ieri ho incontrato i commissari straordinari di Caivano dove da decenni non si porta a termine una legislatura a causa delle infiltrazioni camorristiche. Vedete, il problema non è l’imbroglio per qualche soldo. I mariuoli, come li chiamiamo a Napoli, ci saranno sempre. Ma quando a delinquere sono gli amministratori e le istituzioni in cui dovremmo credere allora è un problema. Non ci impressiona chi ruba due spicci, ci impressiona che con questo modo di fare si ruba la speranza a questi ragazzi. Io non parlo di legalità, preferisco parlare di normalità.
Ragazzi, alzate la voce, fatevi sentire. Ve lo dice anche il Papa. Fatevi sentire su tutto: purtroppo il discorso ambientale a livello politico non paga, con il clima non si vincono le elezioni. Ma sappiate che a pagarne il prezzo saranno sempre i più poveri. Nessuno di noi può lavarsi le mani, nessuno può dire quello che succede in Ucraina o nella Striscia di Gaza non ci interessa, nessuno può ignorare la questione immigrazione, non si possono costituire muri nel mare. Per cui – conclude – tocca a voi ragazzi non girare la faccia e farvi sentire».

md

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