Non è stata solo un’elezione di secondo livello. Il voto di Palazzo Magno, che ha incoronato Pino Puchetti nuovo presidente della Provincia, ha di fatto aperto la partita per le amministrative del capoluogo. Lo si evince chiaramente dal tenore dei commenti di partiti ed esponenti politici campobassani al voto di domenica. Il sindaco di Larino (la cui candidatura, per sua stessa ammissione, è stata voluta dagli amministratori del territorio e non solo dal Partito democratico, ndr) ha battuto Orazio Civetta, espressione della coalizione di centrodestra e presidente facente funzione uscente, ottenendo 43.966 voti ponderati per una percentuale del 55%.- Il sindaco di Ripabottoni si è invece fermato al 45%, con 36.413.
Ago della bilancia del risultato – oltre a due franchi tiratori del centrodestra che sembrerebbero aver votato per Puchetti – è stato il Movimento 5 Stelle. Fino a qualche ora prima del voto, infatti, circolavano voci insistenti su un possibile forfait del gruppo di Palazzo San Giorgio alle urne. E invece i consiglieri grillini campobassani, il cui voto ha il peso maggiore insieme a quello dei colleghi di Termoli, hanno scelto in blocco Puchetti.
«È stata una scelta libera, di responsabilità e senza nessun calcolo o strategia – hanno immediatamente precisato in una nota – il voto espresso dai consiglieri del Movimento di Campobasso, il cui peso è stato determinante per il risultato elettorale, non sottintende nessuno scambio di ruoli e posizioni, né in virtù delle precedenti elezioni regionali né tantomeno delle future elezioni amministrative.
Il dato politico più rilevante – sottolineato il capogruppo Antonio Vinciguerra – è senza dubbio la debacle del centrodestra all’interno del quale emergono già evidenti spaccature dal momento che, neanche tanto celatamente, c’è chi ha sostenuto il candidato avversario, segnale evidente delle perenni faide interne ai partiti della ambigua coalizione che avrebbe dovuto sostenere in blocco il candidato uscente Civetta.
Al neo presidente Puchetti vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro, affinché si avvii un reale percorso di rilancio dell’ente provinciale al quale il M5S garantirà lealtà e massima collaborazione nell’esclusivo interesse della tutela della nostra comunità».
Insomma, i grillini si intestano un risultato che il centrosinistra, da solo, non avrebbe raggiunto.
Un messaggio, probabilmente, anche per le amministrative di giungo, che sembra voler dire ‘avvisare’ il Partito democratico: il Movimento, nonostante la sconfitta delle regionali, c’è e vuole ancora contare. Disuniti non si vice.
Concetto che rimarca anche l’assessore Luca Praitano: «Il centrodestra si è sciolto come neve al sole e sono bastati solo pochi mesi dalle ultime elezioni regionali.
I nodi vengono al pettine e dopo la distribuzione di potere e poltrone in Regione evidentemente gli scontenti di centrodestra, quelli rimasti con la bocca asciutta, hanno voluto mandare un segnale agli ex alleati, aiutando a vincere il sindaco di Larino, con un bel margine di distacco.
Felice che il movimento – dice a chiare lettere Praitano – sia potuto risultare determinante per il successo. A Campobasso il “fronte della resistenza” esiste e gode di ottima salute».
Il sindaco Paola Felice, nel congratularsi con il neo presidente Pino Puchetti, assicura che «insieme al gruppo del MoVimento 5 Stelle Campobasso non farò mancare una leale collaborazione nella speranza che possa avviarsi un reale percorso di rilancio dell’ente provinciale a tutela dei beni comuni e nell’interesse della nostra comunità».
Il Pd, dal canto suo, esulta: «Nonostante si tratti di un’elezione aperta solo agli amministratori – evidenzia Bibiana Chierchia – era una vittoria attesa dai molisani, la dimostrazione di come il centrodestra si accapigli per conquistare poltrone e un potere personalistico». La consigliera comunale ‘legge’ questo risultato come la possibilità «di continuare a lavorare sul campo largo. Del resto il Pd lo ha sempre fatto non solo in Molise. Penso, ad esempio, al voto di Foggia, la prova di come, al livello territoriale il campo largo funzioni. Ce lo chiedono i cittadini, se non si va uniti si fa il gioco del centrodestra». L’esponente del Pd, però non si sbilancia, sul candidato sindaco. A chi spetta la casella? «Lo stabiliranno, come sempre, i cittadini attraverso le primarie».

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