I lavori sono partiti ad agosto scorso e, nonostante la levata di scudi dei residenti, nel giro di tre mesi l’antenna è ‘spuntata’ in via IV Novembre, a due passi dalle abitazioni. Dopo la vicenda analoga di contrada San Giovanni, l’amministrazione 5 stelle finisce ancora al centro delle polemiche per l’autorizzazione ad installare un’antenna di telefonia mobile all’interno della concessionaria Samauto-Smart Society srl (committente Inwit Spa) che, secondo i firmatari della petizione, potrebbe rappresentare un grosso rischio per la salute dei residenti della zona.
«L’antenna – spiega Maria Luisa Di Bianco, rappresentate del Cobas e tra i promotori della petizione – è stata installata a meno di 70 metri dalle abitazioni. La legge, per altro, consente ai Comuni di adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico». Eppure il cosiddetto Piano antenne non è stato ancora adottato dall’amministrazione, nonostante le battaglie portate avanti quando il gruppo pentastellato sedeva tra i banchi dell’opposizione.
Inoltre, evidenziano ancora i residenti, «la popolazione del quartiere non è stata preventivamente informata dell’installazione di tale antenna a ridosso delle proprie abitazioni, con una distanza minima che in alcuni casi arriva anche a 10 metri. Non è stata poi considerata, attesa la tipologia residenziale della zona, l’individuazione di siti alternativi idonei a ridurre al minimo possibile l’esposizione della popolazione residente alle radiazioni elettromagnetiche. Nelle vicinanze risiedono famiglie con bambini e in genere persone anche anziane, molte delle quali affette da gravi patologie cliniche incompatibili con i possibili effetti dannosi prodotti dai campi elettromagnetici irradiati dai ripetitori di radio frequenze».
Non va poi tralasciato che nella zona sono presenti numerose scuole e asili nido. « I bambini – sottolinea Di Bianco – come evidenziato in molteplici ricerche, presentano un fattore di rischio più alto degli adulti nell’assorbimento dei campi elettromagnetici».
Nonostante le numerose firme raccolte e la richiesta di sospendere l’installazione il Comune è andato avanti , «senza per altro concedere l’accesso agli atti da noi richiesto – dice ancora Di Bianco- e andando di fatto a ledere il nostro diritto alla salute e all’integrità fisica a causa dalla continua ed ininterrotta esposizione alle radiazioni elettromagnetiche emesse dalla eventuale installazione di un’antenna per telefonia.
Ma i residenti non si arrendono a annunciano una class action con riserva di formulare «richiesta di risarcimento di ogni danno patrimoniale e non patrimoniale, provocato e provocando, nei confronti di chiunque, privato, ente commerciale o ente pubblico, si renda responsabile della lesione del diritto alla salute e il diritto alla integrità fisica dei cittadini di Campobasso, interessati da tale installazione».