Emergono ulteriori elementi nelle indagini sulla morte di Carmine Petrillo, il 40enne precipitato dal complesso residenziale ‘Le Torri’ di via De Sanctis. Un’altra persona, infatti, risulta essere parte lesa per maltrattamenti, un collega che lavorava fianco a fianco con la vittima e che potrebbe aver subito lo stesso trattamento. Il pm Vittorio Gallucci ha aperto un fascicolo e al momento sono tre le persone indagate, due abruzzesi e una molisana, difese dagli avvocati Silvano Coromano e Matteo Marcheggiani. La famiglia del 40enne è invece rappresentata dall’avvocato Antonietta Fortunato. «Quello che ci ha meravigliato – ha detto il legale della moglie e dei familiari di Petrillo – è l’assenza dei vertici dell’ufficio ai funerali. Per Carmine Petrillo nemmeno un manifesto».Intanto ieri sera i Carabinieri, che stanno indagando sul caso, hanno completato gli accertamenti tecnici sul cellulare di Petrillo, mentre gli esami sul pc andranno ancora avanti. La tragedia ha sin da subito assunto contorni poco chiari: il 40enne dal pomeriggio di sabato 11 novembre non rispondeva più al telefono e aveva fatto perdere le sue tracce. Per questo la famiglia aveva lanciato l’allarme allertando i Carabinieri. Purtroppo le ricerche si sono concluse, nel primo pomeriggio di domenica 12 novembre, con il peggiore degli epiloghi: quando i militari sono arrivati sul posto hanno prima notato l’auto della vittima parcheggiata davanti all’immobile, poi, la scoperta del corpo ormai senza vita. Il magistrato ha immediatamente disposto l’autopsia insieme all’esame tossicologico per accertare se la vittima, prima della tragedia, avesse assunto farmaci particolari o altre sostanze.

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