Mentre le due coalizioni sono alle prese con faide interne – l’espulsione dalla Lega di Alessandro Pascale che ha mutato gli equilibri all’interno del centrodestra campobassano – e con la scelta del nuovo segretario regionale del Pd, c’è chi decide di giocare d’anticipo in vista delle amministrative del capoluogo. La ‘mossa’ del consigliere regionale e fondatore di Costruire democrazia Massimo Romano ha certamente dato uno scossone alla campagna elettorale e lanciato un messaggio chiaro sia agli elettori sia alle altre forze politiche. ‘Cantiere civico per Campobasso’ è il progetto, presentato ieri all’hotel San Giorgio, che mira a riunire il mondo dell’associazionismo e delle professioni per elaborare un programma per il rilancio del capoluogo, fatto di obiettivi concreti, «non il solito libro delle favole».
Una proposta in cui, insieme a Costruire democrazia, sono confluiti già due movimenti, ‘Unica Terra per il Molise’ e ‘Confederazione civica per Campobasso’.
Accanto a Massimo Romano, l’avvocato Pino Ruta – che come già anticipato nelle scorse settimane, è in pole per la candidatura a sindaco – il dottor Giuseppe Cecere, la docente Adele Fraracci, l’ex dirigente regionale Gabriella Guacci, l’avvocato Piero Colucci, l’architetto Teresita Vecchiarelli, il funzionario nel Ministero della Giustizia Vincenzo De Iasio e lo scrittore e ambientalista Giovannino Cornacchione.
Insomma, una squadra pronta a lavorare su diversi ambiti: urbanistica, cultura, sanità, inclusione sociale, commercio, ambiente, fondi comunitari, turismo e sicurezza.
«Oggi è la prima del cantiere civico – ha dichiarato Massimo Romano – un progetto che parla al mondo delle professioni, dell’associazionismo e dei mondi di quartiere perché pensiamo che il prossimo sindaco di Campobasso debba essere scelto dai cittadini e non dai partiti. Quindi partiremo con largo anticipo perché abbiamo un percorso di ascolto con il territorio e perché riteniamo che la politica debba uscire dall’autoreferenzialità e debba tornare ad occuparsi delle questioni concrete definendo quindi – e questo è lo spirito dell’iniziativa – un programma di obiettivi concreti da lasciare alla città».
Ai partiti Romano non ‘chiude’ la porta ma l’interlocutore principale resta il mondo civico: «Già da stasera si sono riuniti intorno a questo evento sigle associative e singoli esponenti della società civile. Ovviamente è un progetto aperto quindi non chiudiamo le porta a nessuno, nelle prossime settimane continueremo un percorso di ascolto perché vogliamo interpretare la forma più sana di civismo che non necessariamente coincide con quello che esprimono i partiti. L’obiettivo è stilare un croprogramma con tutte le iniziative da fare nei vari segmenti che vanno dall’urbanistica, alla cultura, al commercio, allo sport, all’inclusione sociale e tutto ciò che riguarda l’amministrazione di una città importante come un capoluogo di regione».
La collocazione del cantiere civico è dunque chiara, ma sulla possibilità di ‘unire le forze’ nel cosiddetto campo largo Il campo – Pd e Movimento 5 Stelle – e utilizzare lo strumento delle primarie per la scelta del candidato singolo è cauto: «Primarie? Io ancora non ne ho sentito parlare, sono in Consiglio regionale ed ho rapporti quotidiani con i colleghi di tutti i partiti e non mi pare che il dibattito si stia concentrando su questo, anzi apprendo oggi dai giornali che non si faranno neppure quelle per la segreteria del Partito democratico. Noi intanto partiamo con questa iniziativa per non aspettare ed evitare che si arrivi con grande ritardo all’appuntamento elettorale».
Sullo sfondo l’immagine del Castello Monforte, «il simbolo della nostra città – sottolinea Pino Ruta – di cui dobbiamo riappropriarci, in senso metaforico. Le nostre sono delle forme di volontariato molto spontanee e abbiamo aggregato le migliori forze che siamo riusciti ad intercettare sul territorio per elaborare questa proposta. Un cantiere che è pronto ad accogliere dalla comunità le sollecitazioni in termini di obiettivi da raggiungere. Abbiamo già individuato delle priorità che riteniamo di dover affrontare tecnicamente: per questo abbiamo creato dei gruppi di lavoro con dei professionisti del settore, tutti provenienti dalla società civile, hanno stilato un programma per affrontare questioni concrete. Abbiamo cercato di risparmiare suoi tempi delle politica e sulle liturgie della politica per concentrarci sugli obiettivi.
Tocca lavorare per offrire qualcosa alla città che fino ad ora non è stato offerto dalla politica, ma che ha invece creato disaffezione». Ruta è pronto anche ad accettare la sfida del candidato sindaco, ma precisa: «Il gruppo che si è costituito non è un poltronificio e non ci sono ambizioni di questo tipo, ci sarà sicuramente una sintesi e da questa sintesi se verrà fuori il mio nome, cosa che in parte – ammette – si è già profilata, sarà pronto a dare la mia disponibilità».
md