Le province molisane presentano livelli di benessere relativamente più bassi che in Italia, ma più elevati rispetto al complesso dei territori del Mezzogiorno.
È la sintesi di massima che emerge dal sistema di indicatori “BesT” diffuso dall’Istat.
Pur in un quadro regionale di complessiva omogeneità, nell’ultimo anno la provincia di Campobasso presenta un leggero vantaggio rispetto a Isernia, collocandosi nella classe di benessere relativo alta con il 16,4% (sono il 15,3% nella provincia di Isernia).
Il dominio “Sicurezza” è l’ambito nel quale le province del Molise detengono i vantaggi più diffusi, con una buona percentuale di indicatori su livelli di benessere relativo alti (41,7%) e medio-alti (16,7%).
Sia Campobasso sia Isernia riportano in prevalenza buoni risultati anche per gli indicatori del dominio “Ambiente” (46,1% nelle classi alta e medio-alta) e del dominio “Istruzione e formazione” (38,9% nelle due classi di benessere relativo più elevate).
La provincia di Isernia è più svantaggiata rispetto a Campobasso. Infatti, nell’ultimo anno si trova nella classe di coda della distribuzione nazionale per il 23,7% degli indicatori (a fronte del 14,8% della provincia di Campobasso). Il dominio “Benessere economico” appare critico, con il 62,5% delle misure provinciali concentrate nelle due classi più basse e nessun posizionamento nelle due più alte.
Anche il dominio “Politica e istituzioni” risulta connotato da una prevalenza di posizionamenti (60%) nelle due classi inferiori.
Il Molise – fa sapere l’Istituto di statistica – si colloca sopra la media europea per quattro dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto con le regioni europee: speranza di vita alla nascita e mortalità infantile nel dominio “Salute” (91esimo e 66esimo posto su 234 regioni, anno 2021); partecipazione elettorale nel dominio “Politica e istituzioni” (117esimo posto su 226 regioni per cui il dato è disponibile, anno 2019); rifiuti urbani prodotti nel dominio “Ambiente” (25esimo posto su 139 regioni, anno 2019).
I restanti indicatori, relativi ai domini “Istruzione e formazione”, “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita”, “Innovazione, ricerca e creatività” sono su livelli più bassi della media Ue.