Un debito di oltre 16 milioni di euro nei confronti del Fisco. Denaro che però non è mai finito nelle casse dello Stato. Un raggiro scoperto dalla Procura di Campobasso: nei guai sono finite quattro persone, tutte legate ad una società con sede legale a Campobasso. Inoltre il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Isernia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per la somma complessiva di 1.406.102 euro – disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura – nei confronti della società e del suo amministratore, un commercialista.
Secondo gli inquirenti la società aveva maturato un debito erariale pari a 16.090.276 euro nel corso degli anni; tuttavia, mediante una serie di artifizi, tra cui la sottoscrizione di false scritture private e la simulazione di rapporti debitori riconducibili ad attività di consulenza fittizie, l’amministratore aveva sostanzialmente svuotato le casse societarie, trasferendo la somma di 1.406.102 euro dapprima all’interno di un’altra società – appositamente creata e dallo stesso soggetto amministrata – e successivamente, con analoghi artifizi, accreditando gli importi sui conti correnti riconducibili a un’altra società, attualmente operativa, consentendo così l’immissione all’interno del circuito dell’economia legale di somme che, invece, erano destinate allo Stato.
Le condotte hanno avuto, quale conseguenza immediata e diretta, la sottrazione di un importo estremamente significativo dalla pretesa erariale, tenuto conto anche della attuale indisponibilità, da parte della società, di altri beni che possano consentire il recupero, anche parziale, delle imposte non pagate.
L’indagine ha richiesto numerosi accertamenti bancari, diversi controlli incrociati e la disamina della corposa documentazione acquisita al fine di palesare la natura fraudolenta delle operazioni tra le varie società. Attualmente, sono indagati quattro soggetti ed i reati contestati sono la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, il riciclaggio e l’autoriciclaggio.
«L’attività svolta è espressone della costante attenzione, da parte delle forze di polizia e della magistratura – sottolineano dalla Procura di via Elena – per la tutela dell’economia legale e degli interessi erariali, giacché simili fenomeni causano un notevole danno sociale in quanto sottraggono ingenti risorse patrimoniali destinate ad assicurare servizi pubblici e assistenza alla collettività.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali gli indagati potranno esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito».