Mentre il Movimento 5 Stelle prende tempo e le coalizioni di centrosinistra e di centrodestra sono impegnate in tavoli e assemblee per stabilire metodi e criteri per la scelta del candidato sindaco, Costruire Democrazia, che il ‘suo’ competitor, Pino Ruta, l’ha già lanciato prima di Natale, inizia a tracciare la rotta del programma elettorale del Cantiere civico per Campobasso. E lo fa con una questione di strettissima attualità, molto sentita dai campobassani: la vendita del Roxy e la conseguente (almeno si spera) riqualificazione di piazza Falcone e Borsellino e dell’area dell’ex Romagnoli.
La Regione, in accordo con l’Unimol, è infatti orientata a riconvertire la struttura facendone uno studentato. L’immobile è stato inserito nel piano delle alienazioni e nei giorni scorsi è stato approvato il bando di vendita: costo 6 milioni. L’aggiudicazione avverrà in favore dell’offerta economica maggiore, non inferiore al prezzo a base d’asta fissato.
E proprio sulla procedura scelta dalla squadra Roberti che Massimo Romano e Pino Ruta hanno sollevato diversi dubbi. In una conferenza stampa convocata insieme a Unica Terra e Confederazione civica, il candidato sindaco ha proposto una soluzione per evitare che a decidere le sorti dell’immobile sia il privato che si aggiudicherà l’asta. «Bene le intenzioni della Regione di creare una casa dello studente per rilanciare anche l’Università del Molise – ha esordito Ruta – ma deve essere previsto un vincolo di destinazione d’uso, che al momento non è presente in nessun atto della Giunta. Mettendo l’immobile sul mercato privato si corre il rischio che le possibilità di trasformazione della struttura siano molteplici. È necessario dunque mettere dei vincoli, così come elaborare un piano che permetta di inserire la ‘nuova’ struttura nel tessuto circostante».
Inoltre estromettere Palazzo San Giorgio da ogni decisione sul Roxy appare un errore: «Il Comune – sottolinea Ruta – è l’ente preposto istituzionalmente alla pianificazione urbanistica, e non può essere tagliato fuori. È auspicabile che l’interlocuzione tra Regione e Università si estenda anche all’ente comunale».
Sul prezzo a base d’asta, Ruta ammette che potrebbero incidere sul profilo erariale, «rivenderlo a 6 milioni, lo stesso prezzo dell’acquisto di 12 anni fa, probabilmente comporterà una perdita, ma vogliamo superare gli steccati ideologici e non fossilizzarci su questo aspetto. L’obiettivo è riqualificare l’area, dunque bene la vendita, purché non stravolga il contesto urbano». E proprio l’urbanistica sarà al centro del prossimo incontro del cantiere civico per Campobasso in programma il 16 febbraio. Un incontro aperto ai professionisti e ai cittadini, puntando i fari anche sulle periferie e non solo sul centro murattiano. Un’occasione anche per parlare di uno dei problemi atavici della città, ovvero il piano regolatore fermo agli anni ’60.
A margine delle conferenza né Romano né Ruta si sbilanciano su eventuali accordi con altri partiti, e la possibilità del campo largo, senza una seria programmazione, non sembra appassionare i civici: «Arrivare all’ultimo secondo prima della presentazione delle liste – punzecchia Pino Ruta – e fare le solite ammucchiate non ci interessa. Se dobbiamo impegnarci per la città lo dobbiamo fare recuperando l’elettorato che si è sentito tradito o è rimasto scontento dalle ultime gestioni.
Non escludiamo il dialogo, solo che non sappiamo con chi parlare e di cosa parlare. In attesa che gli altri maturino una qualche idea o una ipotesi di candidatura – la stoccata a Pd e 5 Stelle – andiamo avanti per la nostra strada comunicando alla gente qual è la nostra idea di città».
md