Le ha ‘spillato’ 20mila euro minacciando di rivelare al marito la breve relazione che avevano avuto in passato. L’incubo per la donna è finito nella giornata di ieri quando i militari della Sezione di Polizia giudiziaria della Guardia di finanza hanno arrestato l’estorsore, un 40enne di Campobasso. I finanzieri hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere emessa dal gip di Campobasso, su richiesta della Procura, nei confronti dell’uomo indiziato di aver perpetrato una ripetuta condotta estorsiva.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura e condotta dalle Fiamme Gialle, ha permesso di raccogliere importanti elementi sulla reiterata azione estorsiva da parte del campobassano, vicino ad ambienti criminali, che avrebbe indotto la vittima, una donna coetanea originaria del capoluogo molisano, ma domiciliata in provincia di Roma, ad effettuare in suo favore ripetute donazioni di rilevanti somme di denaro. Sono stati riscontrati, nello specifico, flussi di denaro dalla persona offesa verso l’arrestato per un ammontare complessivo di quasi 20.000 euro, che la donna gli avrebbe corrisposto a fronte della minaccia di rivelare a suo marito la loro breve relazione extraconiugale.
Le dazioni di denaro, per quanto rilevanti, non hanno placato l’uomo che, col passare dei mesi, avanzava richieste sempre più frequenti. La donna ha tentato di ribellarsi ma il 40enne ha ‘alzato il tiro’ con intimidazioni sempre più gravi che minavano la reputazione della vittima. Non solo. L’estorsore è arrivato addirittura a minacciare di recare gravi danni ai beni aziendali di famiglia ed alla stessa incolumità fisica della vittima e del suoi prossimi congiunti.
«Si tratta di una dinamica tipica delle condotte estorsive – sottolinea il procuratore D’Angelo – volte a farsi sempre più esose e pesanti quanto più si intravede, nella vittima, una condizione di debolezza; più si cede e più si viene sopraffatti e l’unica via di uscita è la denuncia. In effetti, anche in questo caso, la progressione delle condotte minatorie ha fatto sprofondare la giovane donna in uno stato di terrore sempre più intenso; fortunatamente è riuscita, non senza sofferenza, a superare le paure denunciando l’accaduto alle Forze dell’Ordine.
L’attività svolta è espressione della costante attenzione, da parte delle forze di polizia e della magistratura, all’insorgenza dei fenomeni criminali al fine di adottare azioni repressive tempestive e conferma la fondamentale importanza – tanto in ipotesi di condotte estorsive, quanto nei casi di violenza di genere – della denuncia da parte delle vittime unico strumento che consente, alle vittime, di ottenere tutela.
Il procedimento è nella base delle indagini preliminari, nel corso delle quali l’indagato potrà esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti del codice di rito».