Non solo l’ennesima fumata nera ma la possibilità più che concreta di una spaccatura nella coalizione e una corsa a quattro per il vertice di Palazzo San Giorgio. Si è chiusa così la frenetica giornata del centrodestra partita già dalle prime ore con una serie di incontri e telefonate tra i coordinatori regionali dei partiti e il presidente Francesco Roberti. Dietro la trattativa estenuante, che va avanti da alcune settimane, è ormai evidente che si celi una guerra intestina all’interno della coalizione, uno scontro iniziato con la mancata convergenza dei Popolari (e non solo, ndr) sulla figura di Quintino Pallante e culminato ieri, con il presidente del Consiglio regionale che ha restituito ‘pan per focaccia’. Secondo i bene informati, infatti, sarebbe arrivato proprio da Fratelli d’Italia il veto su Salvatore Colagiovanni che, al contrario dei pronostici iniziali, sembrerebbe godere del favore dell’elettorato campobassano più degli altri papabili competitor regionali.
Ma il cortocircuito non riguarda solo il gruppo di Vincenzo Niro e FdI. Parallelamente si sta consumando anche un’altra disputa, quella tra la Lega e Forza Italia, che va ben oltre la partita delle amministrative e pare avere strascichi pesanti anche sulle elezioni europee. Il senatore Lotito non sembra intenzionato a concedere la casella a Marone – e al candidato Gianluca Cefaratti – poiché il Carroccio, nello scacchiere nazionale, ha già ottenuto la candidatura del sindaco di Bari. Il patron della Lazio insiste dunque su Nicola Cavaliere o, come seconda ipotesi, su Domenico Esposito. Dal canto suo, il coordinatore leghista non arretra di un millimetro, ritenendo inopportuno concedere a Forza Italia sia Campobasso che Termoli.
Insomma, tutti contro tutti. Un situazione a dir poco intricata che il governatore Roberti – a cui ieri pare si siano rivolti Filoteo Di Sandro – sta cercando di dirimere. Nel pomeriggio, però, il confronto avuto a Termoli con Salvatore Colagiovanni non ha avuto l’esito sperato.
Il governatore ha cercato di ‘salvare’ l’unità della coalizione chiedendo a Colagiovanni un passo di lato. Il capogruppo dei Popolari a Palazzo San Giorgio non è però più disposto ad aspettare: «Il presidente mi ha informato del veto che c’è sulla mia candidatura – ha detto a margine dell’incontro – ma non posso non dare ascolto a quanti, nella mia città, mi chiedono di scendere in campo. Ormai siamo arrivati all’11 aprile, non c’è più tempo da perdere. Capisco la posizione del presidente Roberti, così come quella del capo del mio partito Vicenzo Niro. So che ci sono equilibri da mantenere nella coalizione ma le elezioni sono alle porte e io sono pronto a scendere in campo come sindaco dei Popolari per l’Italia o, qualora non fosse possibile, di un contenitore civico».

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