Esattamente un’ora dopo rispetto alla sua competitor, Pino Ruta è salito sul palco. Stessa location – Corso Vittorio Emanuele – per il candidato sindaco del Cantiere civico sostenuto dalle tre liste di Costruire Democrazia, Terra Unica Molise e Confederazione civica.
L’avvocato che prima di tutti ha svelato la sua candidatura a sindaco (già a dicembre, ndr) alle 20.15 di ieri è stato l’ultimo a chiudere la campagna elettorale per le amministrative di Campobasso.
Per Pino Ruta i campobassani dovrebbero dargli fiducia perché lui stesso è «tra i cittadini che si sono stancati di questa amministrazione, si sono stancati della delega e non credono più alle promesse. Promesse quasi sempre disattese, quasi slogan, a volte ingannevoli, per carpire la buona fede degli elettori. Promesse che hanno determinato una disaffezione nei confronti della politica e che poi sono sempre le stesse tra la destra e la sinistra.
Si gioca sui giovani, sul sociale. Tutte parole, vuoti slogan – sottolinea Pino Ruta – perché poi ciò che segue è una carenza di servizi, di infrastrutture, una carenza di assistenza sanitaria, una gestione dei rifiuti a perdere. La materia di trasporti con una metropolitana leggera e soldi spesi inutilmente, tant’è che ne ha parlato anche striscia la notizia, con 25 milioni di euro buttati. Siamo stanchi, sono stanchi tutti coloro che hanno intrapreso questa avventura con me già un anno fa lontani dai partiti di destra e di sinistra che si sono venduti la città e la regione e anche il ruolo dei rappresentanti.
Abbiamo dei candidati e dei rappresentanti che non sono neppure molisani, che promettono il decreto Molise e poi se ne dimenticano o dicono che non è più possibile perché non ci sono i soldi. Abbiamo una regione che si spopola, che perde la migliore gioventù che va fuori, che perde aziende. Queste sono le ragioni per le quali io mi sono candidato e per le quali le persone credo possano scegliere il Cantiere civico, fatto da persone che non sono professionisti della politica che hanno governato per 20 anni, a volte cambiando casacca, senza dare nulla alla città. Ma persone che vengono dalla società civile, dalle professioni, dal commercio, dal volontariato e dall’associazionismo, docenti universitari. Un progetto che è in grado di liberare questa terra dalle dinamiche che l’hanno costretta in una parabola involutiva. Bisogna invertire il percorso e riappropriarsi delle istituzioni e tener fuori i partiti che fino ad oggi hanno gestito tutto».
I punti di forza del programma del cantiere civico sono «l’urbanistica, l’infrastrutturazione delle contrade, un assessorato strategico sia per il centro storico che per le contrade, scuole di prossimità come attrezzature di quartiere».
Pino Ruta non teme il voto disgiunto, anzi, «nonostante non abbiamo disposto sondaggi – dice – probabilmente si andrà a ballottaggio e saremo noi a sfidare l’avversario al secondo turno».
Infine l’appello agli elettori: «Riappropriamoci delle istituzioni, non deleghiamo più a i partiti il futuro di Campobasso».