Le premesse per una riconferma anche al secondo turno, dopo che le liste hanno abbondantemente superato il 50% due settimane fa, c’erano tutte. Eppure il voto del ballottaggio ha cambiato le carte in tavola. Aldo De Benedittis ha ‘mancato’ la fascia tricolore per circa 400 voti. Una sconfitta da addebitare «a questo accrocco politico tra partito democratico, 5 stelle e forze civiche», commenta a caldo nella sua sede elettorale di via Mazzini. «Faccio comunque i complimenti a Marialuisa Forte perché ha ottenuto più voti – evidenzia l’avvocato non risparmiando critiche – io mi sono apparentato con i cittadini di Campobasso, loro per spartirsi le poltrone». Ringrazia poi tutti i candidati del centrodestra «sia quelli che sono stati eletti, sia quelli che hanno preso 10, 20 voti. Li ringrazio tutti perché ci hanno dato un ottimo risultato. Abbiamo la maggioranza in Consiglio, ora il problema sarà del centrosinistra e dei civici».
Non esclude la possibilità di dimissioni ‘in blocco’ per tornare alle urne: Adesso parleremo con il presidente della Regione,con gli assessori e i consiglieri regionali ,perché la nostra è una filiera politica e istituzionale e decideremo il da farsi. Se sarà il caso ci dimetteremo tutti quanti e si andrà a rivotare perché Campobasso ha dichiarato che il centrodestra ha la maggioranza. Anche perché quando si dovrà approvare il bilancio il Consiglio cadrà e arriverà il commissario. Dunque potremmo perdere anche i fondi del Pnrr, e si parla di 120 milioni».
Sulla possibilità di presentare ricorso al Tar per il riconteggio delle schede – voce circolata nelle ultime ore – ammette: «Probabilmente sì perché 700 schede nulle (al primo turno, ndr)e tante schede “dubitabili” andranno verificate. Io l’ho già fatto nel 2001 per Michele Iorio (alle Regionali), figurarsi se non lo facessi adesso». Tutto considerato, «è stata una bella battaglia, una campagna elettorale entusiasmante. È andata così, ma – ha concluso De Benedittis – non ho nulla da recriminare e speriamo che, una volta per tutte si faccia il bene della città».
Mdu