Poco prima delle 16 ha ricevuto la fascia tricolore nell’aula del Consiglio di Palazzo San Giorgio dalle mani dell’uscente Paola Felice. Un passaggio di consegne dopo la proclamazione ufficiale da parte del giudice Roberta D’Onofrio: Marialuisa Forte è la nuova sindaca di Campobasso. Un momento ‘tutto al femminile’ che sancisce un’inversione di tendenza per la città, da sempre amministrata da uomini.
Si commuove Marialuisa Forte quando entra nell’ufficio del sindaco accompagnata dagli applausi della sua squadra, ma subito torna seria «perché è sì un momento di grande emozione – dice – ma soprattutto di grande responsabilità». Ringrazia Paola Felice per la calorosa accoglienza e rivolge il suo primo pensiero ai cittadini: «attraversando la città, vedendo i miei concittadini ho pensato che ora devo occuparmi di loro». La composizione del Consiglio, a maggioranza, seppur risicata (17 a 16, ndr), di centrodestra, non la preoccupa «perché tutti gli eletti hanno a cuore il bene della città che va amministrata bene per cinque anni nell’interesse dei cittadini, al di là delle differenze politiche. È chiaro – rimarca – che non si può prescindere da alcuni valori e da alcune priorità, però ci sono anche dei programmi e degli orientamenti che sono nell’interesse di tutti. Quindi credo che si possa procedere in questa direzione. Da domani si lavora, finito il momento di emozione ci sarà il momento dell’assunzione di responsabilità e degli impegni e capire come funzione la macchina amministrativa del comune».
Ribadisce l’impegno a collaborare anche con il centrodestra con cui non ci sarà conflitto «perché questa parola non mi appartiene né ora né in campagna elettorale, noi siamo stati sempre propositivi e mai polemici, se non quando ci hanno portato sul terreno delle polemiche. Non credo che per amministrare una città serva il conflitto. L’ho ribadito più volte, il Consiglio sarà un laboratorio di idee».
È la prima donna eletta nella storia di Campobasso, ma il turno di ballottaggio appena terminato ha visto la vittoria di tante ‘colleghe’, «non solo al Sud, penso anche a Firenze. Non bisogna più stupirsi di questo – sottolinea – perché noi donne, al pari o forse più degli uomini, siamo in grado di rivestire al meglio ruoli di vertice e amministrare la cosa pubblica, non solo la casa o la famiglia».
Un segnale politico, la sua vittoria, anche all’indirizzo della Regione e del governo nazionale: «Campobasso non è mai stata guidata dal centrodestra – rivendica con un pizzico di orgoglio – si sono sempre succedute amministrazione di centrodestra. A Campobasso c’è un voto di opinione, ci sono delle idee per il bene della città. Una inversione di tendenza c’è stata in tutti i capoluoghi al ballottaggio. Quindi forse la politica del governo regionale e nazionale – la stoccata alla famosa ‘filiera istituzionale – non piace a tutti».
Infine rivolge un messaggio ai cittadini: «Il Comune sarà aperto a tutti, venite qui, cercheremo di offrire un luogo fisico dove tutti i cittadini potranno avere risposte. C’è l’Urp che sarà potenziato, attiveremo il numero verde. Ma noi volgiamo che i cittadini vengano in Comune non solo per esporci i loro problemi e le critiche ma anche per proporci idee e suggerimenti. Quando parlo di amministrazione condivisa non lo dico solo per chi è eletto, ma anche per chi è fuori dal palazzo».
Dunque archiviata la festa ora c’è da rimboccarsi le maniche per gli interessi della città, ma soprattutto per trovare un ‘equilibrio’ in Aula che permetta di governare. Nelle prossime ore l’ufficio elettorale centrale procederà a proclamare anche i consiglieri eletti e, necessariamente, partiranno anche le ‘trattative’. L’ipotesi di dimissioni in blocco da parte del centrodestra non è così scontata e i bene informati parlano già di ‘momento di riflessione’ tra gli eletti per capire il da farsi. Conterà certamente l’indicazione del candidato sindaco De Benedittis e del governatore Roberti, ma non è certo che la linea possa essere seguita da tutti.
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