Che ci fossero divergenze, anche sostanziali, tra i partiti della coalizione di centrodestra lo si era evinto sin da subito, all’indomani dei risultati del ballottaggio che hanno decretato la vittoria di Marialuisa Forte. Posizioni diverse in primo luogo sulla linea politica, esplicitate a margine della proclamazione degli eletti con il gruppo dei moderati – Forza Italia, Popolari e Noi Moderati su tutti – in disaccordo con la possibilità di dimissioni di massa paventata dopo il voto. Del resto – la tesi – le liste di centrodestra hanno raccolto la maggioranza dei consensi, sono state votate dai cittadini per realizzare il programma, e tornare alle urne con il rischio di un periodo di commissariamento non sarebbe una scelta responsabile per Campobasso. Più ‘intransigente’ la linea di Lega e Fratelli d’Italia, per nulla disposti a fare da ‘stampella’ alla squadra progressista che hanno invece invitato – tramite il capogruppo della Lega Tramontano – la sindaca Forte a fare un passo indietro.
Con il passare dei giorni il clima è diventato ancora più teso: il nodo principale da sciogliere è quello legato alle elezione del presidente del Consiglio. La coalizione guidata da Aldo De Benedittis ha i numeri (17) per eleggere sia il vertice dell’Assise sia i presidenti di commissione. Ma le trattative sottotraccia avviate con progressisti e civici per trovare una figura super partes e ‘di responsabilità’ che possa guidare il Consiglio e che metta d’accordo tutti – centrodestra e centrosinistra – ha acuito i dissapori. È evidente che la squadra di Marialuisa Forte, in questa fase, non può far altro che cercare una mediazione con quella che di fatto è la maggioranza in Aula, per trovare la stabilità necessaria a governare. Al contrario nel centrodestra c’è chi di trattativa proprio non vuol sentir parlare (Fratelli d’Italia), mentre i moderati sono decisamente più possibilisti, a patto che il tutto avvenga alla luce del sole.
È la proposta del capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito che ieri sera, insieme agli altri 16 consiglieri eletti, ha avuto l’ennesima riunione di coalizione in vista della prima seduta del Consiglio in programma domani.
Secondo l’esponente azzurro «non ha più senso nascondersi dietro un dito. Il campo progressista – spiega – ha di fatto individuato e reso nota una delegazione deputata alla trattative, composta dal segretario del Pd Ovidio Bontempo, dalla consigliera regionale Micaela Fanelli e dall’ex senatore Roberto Ruta. Hanno delle proposte che vanno ascoltate in maniera ufficiale – rimarca – non sottobanco. E gli unici che possono ‘ascoltare’ sono coloro che siedono tra i banchi del Consiglio, che conoscono i temi e i problemi di Campobasso. Non si tratta di accettare poltrone o assessorati e fare da stampella – precisa – ma capire se ci possa essere convergenza su alcuni punti fondamentali per la città».
Insomma, la trattativa non può essere condotta dai segretari di partito né dal presidente della Regione, ma – la proposta – «dai capigruppo uscenti di Palazzo San Giorgio, volendo insieme al candidato sindaco e ora consigliere Aldo De Benedittis».
In soldoni, Colagiovanni (Popolari), Esposito (Forza Italia) e Tramontano (Lega) dovrebbero essere gli unici protagonisti di questa partita di cui non farà parte Mario Annuario (FdI) che risponde, invece, alla linea ‘dura’ del partito.
Tema, questo, che è stato dibattuto nel vertice di ieri sera, concluso solo in tarda serata, perché neppure sul nome del presidente del Consiglio la posizione è unanime. Non tutti, infatti, sarebbero d’accordo a lasciare lo scranno ad Aldo De Benedittis che, in veste di presidente dell’Assise, assumerebbe un ruolo di ‘garanzia’ che mal si sposa con la guida della coalizione di centrodestra. Tra i papabili ci sarebbero anche Salvatore Colagiovanni (già ‘scartato’ mesi fa dai segretari di partito e dal presidente Roberti come candidato sindaco, nonostante si fosse sin da subito dichiarato disponibile), e Francesco Sanginario, consigliere eletto tra le file di Noi Moderati e, secondo i rumors, profilo che non dispiace ai progressisti. Infine, si fa strada anche l’ipotesi di ‘disertare’ la prima seduta del Consiglio o far cadere il numero legale al momento della votazione del presidente, per poi tornare in Aula in seconda convocazione lunedì. Dubbi che verranno sciolti nelle prossime ore.

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