Il passaggio di Varra e Madonna nella maggioranza Forte è solo la punta dell’icerberg di una gestione scandalosa della politica cittadina da parte del Pd. Michele Durante boccia su tutta la linea l’operato del partito che, nelle scorse ore, ha lasciato sbattendo la porta. E ne spiega le ragioni in maniera dettagliata nel corso una conferenza stampa indetta ieri mattina all’incubatore sociale.
Sul banco degli imputati ci sono i vertici del partito, il segretario Ovidio Bontempo in primis, ma anche Vittorino Facciolla, Micaela Fanelli e Roberto Ruta. «Abbiamo assistito ad una mercificazione totale della politica per i piccoli interessi di bottega – ha esordito – per questo ho deciso di dimettermi dalla direzione e di lasciare il partito, invierò una nota alla segretaria nazionale Elly Schlein per spiegare le motivazioni. Io ho creduto che si potessero fare delle cose in questo partito. A livello nazionale il Pd ha trovato una identità e sta ‘facendo il suo’. Qui no. Pur di dire che hanno vinto le elezioni amministrative, il Pd ha svenduto se stesso».
L’ex presidente del Consiglio dell’amministrazione Battista parte ‘da lontano’, dalla campagna elettorale: «Purtroppo perdiamo le elezioni da una vita, l’ultima vittoria risale al 2014 quando ci furono le primarie. Difatti io a gennaio, durante la riunione del Circolo Pd di Campobasso, chiesi le primarie di coalizione da mettere a disposizione dei partiti e dei movimenti. Mi è stato risposto che si sarebbe utilizzato un metodo diverso, quello della ricerca ‘del nome della sintesi’. E infatti – l’affondo – sono stati fatti 25 nomi, e abbiamo ricevuto smentite e rifiuti per settimane, prima di arrivare al candidato sindaco».
Durante stigmatizza anche la decisione di allearsi con il Movimento 5 Stelle: «Con loro non abbiamo condiviso mai nulla perché sono stati oppositori volgari e violenti – il riferimento alla consiliatura Battista quando Gravina, Cretella, Praitano e Felice sedevano tra i banchi dell’opposizione – ricordo quando durante l’emergenza scuole venivano sotto il Comune, con gli alunni dei plessi chiusi per lo sciame sismico, ad urlare ‘ladri’. Poi, magicamente, l’accordo su cui nessuno ha chiesto quantomeno i termini o le basi programmatiche di una sintesi».
La narrazione di Durante arriva al momento del ballottaggio , «quando il Pd è il primo partito di Campobasso». E qui lancia l’accusa più pesante, quella all’indirizzo del Cantiere civico di Pino Ruta: «Per me Marialuisa Forte avrebbe vinto contro De Benedittis a prescindere, invece cosa fa il Pd? Decide di sedere ad un ‘mezzo tavolo’ (l’apparentamento formale non è stato firmato, ndr) con i peggiori avversari della campagna elettorale. Hanno firmato un accordo che è un ricatto, concedendo ai tre ‘plenipotenziari’ del cantiere civico (Colucci, Marcheggiani e Fraracci, ndr) l’80% delle deleghe di un’amministrazione comunale. Una notevole concentrazione di potere nelle mani di uno stimato avvocato che, a parole, dice di non essere legato alle poltrone, ma invece è molto legato al “al mattone”( riferendosi alle deleghe dell’urbanistica e del lavori pubblici). Secondo Durante questo accordo «ha relegato il Partito democratico all’irrilevanza politica e all’inutilità amministrativa».
Infine il passaggio in maggioranza di Varra e Madonna. «Di fatto questa amministrazione di sinistra non ha più nulla. Di fronte a tutto questo io non ce la faccio, nessuno sentirà la mia mancanza ma io voglio potermi guardare allo specchio e incontrare le persone in strada senza vergogna». Durante contesta un metodo che, a sui dire, «educa malamente le nuove generazioni politiche e alimenta l’astensionismo». Precisa che non ha alcuna intenzione di lanciare nuovi movimenti politici ma promette che sarà vigile su ogni atto e provvedimento di questa amministrazione. «Faremo da sentinella per risollevare socialmente e culturalmente questa città da un modo di fare politica che non mi appartiene e da un’amministrazione che – scommette – non durerà cinque anni».
mdu