È nato a Campobasso, ma da anni vive a Los Angeles, patria indiscussa del cinema, dove si è affermato come compositore versatile e talentuoso nel panorama dell’industria dell’intrattenimento. Antonio di Iorio ha sviluppato la sua passione per la musica fin da giovanissimo e ha perseguito studi avanzati in composizione e produzione musicale.
Ad Hollywood ha collaborato con registi e produttori di spicco, contribuendo con le sue colonne sonore a diversi progetti cinematografici e televisivi. La sua musica è apprezzata per la capacità di integrare elementi emotivi e narrativi, arricchendo le storie raccontate sullo schermo. Antonio, come molti altri talenti della nostra terra, rappresenta un esempio di come un artista italiano possa emergere e fare carriera in un contesto internazionale, facendo leva su determinazione e talento, mantenendo allo stesso tempo un legame con le proprie radici culturali.
Puoi raccontarci un po’ del tuo percorso musicale e come hai iniziato la tua carriera come compositore?
«Ho iniziato a suonare il pianoforte a tre anni e a comporre musica a cinque. Poco dopo, ho intrapreso gli studi formali in conservatorio, conseguendo successivamente i diplomi di laurea di I e II livello in pianoforte, composizione e direzione d’orchestra. Nel frattempo, ho iniziato a lavorare con varie produzioni teatrali e televisive tra Milano e Roma, e ho avuto l’opportunità di registrare le mie opere con orchestre ed ensemble italiani e internazionali. Numerosi sono stati i concerti dove sono state eseguite mie composizioni. Tra i lavori giovanili più di spicco, fondamentali sono state le musiche che ho scritto per i Giochi Olimpici Invernali di Vancouver, registrati con la Verdi a Milano.
Successivamente mi sono trasferito a Seattle negli States per continuare gli studi in composizione, e in pericolare nel ramo della musica da film. Qualche anno dopo mi sono trasferito a Los Angeles dove ho cominciato la mia carriera come compositore di musica da film per produzioni di alto livello, collaborando con i grandi studi di Hollywood come Sony, Warner Bros., Disney, Legendary, Paramount, 20th Century Fox, Lionsgate, New Line ed altri. Tra gli ultimi esaltanti lavori, ho composto le musiche di Godzilla X Kong: The New Empire con Tom Holkenborg, film il quale è stato campione d’incassi ai botteghini di tutto il mondo nel 2024, ed in precedenza ho scritto le musiche per Wings Over Washington, Life In Between e altri. Ho composto per film come Godzilla vs. Kong, Sonic The Hedgehog, PAW Patrol: The Mighty Movie, Terminator: Dark Fate, Mortal Engines, Alita: Battle Angel, Tomb Raider, Strange World, The Dark Tower, The Lost City, Shotgun Wedding, NFL Thursday Night Football, Citadel e Avatar: Frontiers Of Pandora».
Cosa ti ha spinto a trasferirti negli Stati Uniti e, in particolare, a Los Angeles?
«La mia decisione di trasferirmi è stata dettata dal desiderio di fare della musica non solo una passione, ma un vera e proprio lavoro. Volevo poter vivere una vita indipendente e dignitosa anche dal punto di vista remunerativo facendo ciò che amo e, purtroppo, in Italia non c’rano le opportunità economiche e professionali adeguate. A Los Angeles ho trovato un ambiente in cui ho potuto mostrare il mio talento e le mie capacità, anzi l’ambiente stesso mi ha accolto a braccia aperte, ricevendo da subito incarichi importanti nelle produzioni hollywoodiane. In Italia, per vari motivi legati alla natura del mercato, questo non era stato possibile».
Quali sono state le principali sfide che hai affrontato nel corso della tua carriera?
«La sfida più grande è stata sicuramente quella di lasciare tutto ciò che avevo, prendere il poco che possedevo e trasferirmi da solo dall’altra parte del mondo, in un territorio completamente sconosciuto. Ero spinto da un fortissimo senso di determinazione, desiderio di realizzarmi e, purtroppo, senso di disperazione poiché in Italia non avevo trovato alcuna opportunità. Il tutto qualche mese dopo che mio padre ci aveva lasciati. Ho avuto il sostegno incondizionato della mia famiglia, che mi ha sempre supportato. Tuttavia, queste difficoltà si sono presto trasformate in esperienze stimolanti e formative. Ogni sfida, ogni ostacolo, mi ha aiutato a crescere sia a livello professionale che personale, e affrontare tutto questo in solitudine ha fortificato enormemente il mio carattere. L’aver fondato da zero delle basi a Los Angeles, e aver stabilito un percorso autonomamente costruendo tutto con il lavoro duro, mi ha fatto apprezzare ancor di più tali sfide».
Come è nata la tua collaborazione con Tom Holkenborg per il film “Godzilla X Kong: The New Empire”?
«Dopo vari mesi passati a lavorare per vari progetti indipendenti e per varie società, la collaborazione con Tom è nata grazie ad un amico in comune, una figura di rilievo nell’industria musicale hollywoodiana. Tom era alla ricerca di un nuovo assistente con alte competenze nella scrittura per orchestra. Dopo un breve colloquio, Tom mi ha detto di apprezzare molto i miei lavori che aveva trovato online e, da lì, ho iniziato subito a lavorare come compositore nella sua società. Mi sono ritrovato rapidamente a comporre le musiche per film come Tomb Raider, The Dark Tower, Alita: Battle Angel, Mortal Engines, Terminator: Dark Fate e Sonic the Hedgehog, avendo avuto modo di lavorare ed incontrare quei registi premi Oscar che avevo solo potuto ammirare negli anni passati, come Ron Howard, Peter Jackson, James Cameron ed altri. I meeting, playback e gli incontri sia con i registi che con i produttori esecutivi degli Studios sono stati davvero una palestra impressionante per apprendere in pieno l’arte della musica da film hollywoodiana.
Dopo 4 anni con Tom, decisi di mettermi in proprio per scrivere musiche in altri film per altri clienti, così iniziai a collaborare con altri come Henry Jackman e Pinar Toprak, oltre che alla famosa società musicale Bleeding Fingers Music di Hans Zimmer.
Tuttavia, nel 2022 Tom mi contattò di nuovo e mi chiese di co-scrivere le musiche di Godzilla X Kong: The New Empire, soprattutto perché lui era impegnato in altri progetti. Dopo qualche trattativa, accettai. Ora siamo accreditati entrambi come co-compositori nei titoli di testa di questo monster movie campione d’incassi al box office».
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai qualche nuovo lavoro in cantiere che puoi condividere con noi?
«Attualmente sto lavorando su due film per Paramount, i cui prequel hanno ottenuto un grande successo ai box office. Tuttavia, in questo settore nulla è mai scontato, dato che, mentre lavori ad un progetto, devi già pensare di trovare e contrattare il prossimo, altrimenti rischi di rimanere indietro. È un ambiente estremamente competitivo e bisogna sempre restare vigili e pronti ad agire».
Qual è la colonna sonora o il compositore che ti ha ispirato di più nella tua vita?
«I miei due grandi eroi musicali, che ho scoperto all’età di otto anni, sono Pëtr Il’ič Čajkovskij e John Williams. Le Sinfonie n. 4-6 e i balletti di Čajkovskij hanno avuto un impatto determinante nella mia scelta di diventare compositore. Ricordo che, da bambino, trovai per caso in un libro la prima pagina del IV movimento della Sinfonia n. 4 e rimasi affascinato. Passai giorni a studiarlo, cercando di capire come venisse sviluppata la scrittura orchestrale e come funzionassero gli strumenti traspositori. Da quel momento, il desiderio di scrivere per orchestra è stato immediato.
Mentre Hook di John Williams ha avuto un impatto enorme su di me, in quanto è stata la partitura che mi ha fatto decidere che avrei voluto diventare anche un compositore per il cinema, oltre che di musica concertistica».
Torni mai in Molise? Ti manca la tua terra?
«Torno in Molise quando posso, ma dipende molto dagli impegni di lavoro. A volte passa moltissimo tempo senza che riesca a tornare, mentre in altre occasioni mi capita di organizzare un ritorno all’ultimo minuto, magari per stare una settimana d’estate o durante le festività natalizie per qualche giorno. Tutto dipende dai tempi delle produzioni, che spesso subiscono variazioni impreviste. La mia famiglia e gli affetti mi mancano molto, e spero che un giorno possano venire a trovarmi qui, anche se è complicato».
Pensi che la tua storia possa essere d’ispirazione per altri artisti provenienti da regioni meno conosciute d’Italia?
«Indipendentemente dalle ispirazioni che possiamo incontrare negli altri, credo fermamente che la forza di volontà e la fiducia in se stessi, la consapevolezza delle proprie capacità e il coraggio di lasciare la propria terra, famiglia, amici e affetti per trasferirsi in luoghi lontani siano elementi essenziali per un artista per cercare opportunità vere. Nel mio percorso ho incontrato molte persone che mi hanno confessato di vedere la mia storia come fonte di ispirazione, ma io non la vedo così onestamente. Penso che la decisione finale sia sempre individuale. Ognuno ha il proprio percorso, e sta a noi decidere se abbiamo la determinazione necessaria per affrontare un cambiamento così radicale».
Serena Lastoria