Una fotografia in chiaroscuro sull’andamento demografico in città. È quella fornita dal Dup – Documento Unico di programmazione – 2025/2027 recentemente approvato dalla Giunta di Palazzo San Giorgio. Se da un lato nel 2023 Campobasso ha registrato un incremento della popolazione, in controtendenza rispetto alla piaga dello spopolamento che sta ‘falcidiando’ il resto della regione, dall’altro il capoluogo sta diventando sempre più ‘vecchio’, con le nuove nascite a livelli minimi.
Secondo l’Istat «Campobasso vive da molti anni un processo di calo demografico strutturale tendenzialmente in linea con il trend della decrescita demografica nazionale. Tra il 2002 e il 2023 la decrescita si attesta a -6,95%. Un dato che ha portato a perdere 3.542 residenti rispetto al 2002 salvo una lieve ripresa nell’anno 2013. Nell’anno 2023 si è registrato un modesto incremento della popolazione residente con +136 unità rispetto all’anno precedente.
L’ andamento del saldo naturale non è stato compensato dai flussi migratori. Questi ultimi hanno avuto una tendenza altalenante, con anni nei quali le nuove iscrizioni (prevalenti quelle da altri Comuni italiani) superavano le cancellazioni, ad altri, soprattutto negli anni di crisi e di minore crescita economica (2008/2009; 2011/2012), in cui avveniva il contrario, cioè le cancellazioni anagrafiche superavano le nuove iscrizioni. Nel 2020 c’è stato un picco di 1.019 residenti cancellati dall’Anagrafe per altri comuni italiani con un saldo migratorio di -608 sull’anno precedente.
Le iscrizioni anagrafiche – soprattutto dall’estero – hanno compensato e superato la quota delle cancellazioni anagrafiche. Sono registrate in città 552 nuove unità dall’estero e 65 cancellazioni di residenti dall’estero. Questo è il dato più significativo a fronte delle iscrizioni/cancellazioni di cittadini da e per altri comuni italiani dove il saldo migratorio resta incline alle cancellazioni con un saldo di 174 perdite nette. Il saldo naturale, che all’inizio del nuovo secolo, era sostanzialmente in equilibrio (attorno ai valori di 400-420 unità all’anno), ha visto una progressiva divaricazione tra le nascite e i decessi, con i primi che sono scesi a 272 unità e i secondi che hanno raggiunto le 594 unità (con un saldo di -322). Questo andamento del saldo naturale non è stato compensato dai flussi migratori. Questi ultimi hanno avuto un andamento altalenante, con anni nei quali le nuove iscrizioni (prevalenti quelle da altri Comuni italiani) superavano le cancellazioni, ad altri, soprattutto negli anni di crisi e di minore crescita economica (2008/2009; 2011/2012), in cui avveniva il contrario, cioè le cancellazioni anagrafiche superavano le nuove iscrizioni. Nel 2020 c’è stato un picco di 1.019 residenti cancellati dall’Anagrafe per altri comuni italiani con un saldo migratorio di -608 sull’anno precedente. I dati al 31 dicembre 2021 segnalano una lieve inversione di tendenza: le iscrizioni anagrafiche – soprattutto dall’estero – hanno compensato e superato la quota delle cancellazioni anagrafiche. Sono registrate in città 437 nuove unità dall’estero e 119 cancellazioni di residenti dall’estero. Questo è il dato più significativo a fronte delle iscrizioni/cancellazioni di cittadini da e per altri comuni italiani dove il saldo migratorio resta incline alle cancellazioni con un saldo di 93 perdite nette». Si ‘restringono’ anche i nuclei familiari: «l’evoluzione demografica di Campobasso ha portato a strutture con un numero medio di componenti molto basso, pari a 2,16 componenti per famiglia». Infine, il dato sulla popolazione straniera si attesta su 1957 residenti, pari al 4.14% del totale.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 23,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Ucraina (7,5%) e dal Bangladesh (7,3%).

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