Via Lazio, ore 21.30: una branco di cinghiali – composto da una decina di esemplari – si aggira indisturbato lungo la strada, vicino alla pizzeria ‘Marius’ e a ridosso di numerose abitazione. Non una strada isolata, ma una zona residenziale del quartiere San Giovanni. Una situazione ormai fuori controllo che sta terrorizzando i residenti del quartiere. L’ennesima segnalazione, arrivata lunedì sera, certifica come il fenomeno ormai sia dilagante e mette in serio pericolo automobilisti e cittadini. Qualche settimana fa, dopo le denunce dei residenti di via Vico è intervenuto l’Osservatorio faunistico regionale, che con l’ausilio dei vigili urbani e di esperti di “sele-controllo” ha operato l’abbattimento di una dozzina di esemplari che da tempo seminavano il panico nei pressi del terminal e nell’area verde adiacente all’assessorato regionale all’Agricoltura. L’intervento di Campobasso ne segue altri, sempre in modalità “sele-controllo”, a Petrella Tifernina e Isernia (una ventina i capi uccisi in ognuno dei due casi). Previste nuove azioni nei prossimi giorni a Castropignano, Riccia e Palata.
Da luglio, in modalità “caccia di selezione”, sono stati invece abbattuti 140 animali nelle aree agricole più colpite.
I cinghiali uccisi a Campobasso sono soprattutto femmine. Dopo i controlli di caratteri sanitario, la loro carne verrà usata per il consumo alimentare.
Purtroppo, però, nelle altre zone di Campobasso la situazione non è migliorata. Sempre nel quartiere San Giovanni, di fronte agli alloggi comunali destinati a giovani coppie, gli avvistamenti di cinghiali nelle vicinanze delle abitazioni sono all’ordine del giorno.
«Ci sono circa 70-80 esemplari, e il numero continua a crescere – aveva denunciato qualche settimana fa un padre preoccupato – ogni giorno si avvicinano pericolosamente ai giardini dove giocano i nostri bambini». Le 21 villette ospitano infatti numerose famiglie con bimbi piccoli: «Ce ne sono circa 15, quelli più grandi hanno circa 12 anni», aggiunge un altro residente.
Insomma, una piaga difficile da debellare che sta gettando nel panico la popolazione, oltre a causare danni milionari per gli agricoltori.
Nonostante l’avvio della caccia di selezione, coordinata dall’Osservatorio regionale tecnico-scientifico degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche del Molise, i danni all’agricoltura sono sempre più ingenti, gli incidenti stradali causati da questi selvatici aumentano e lo spettro della peste suina è alle porte.
Anni di denunce, due manifestazioni con i trattori sotto la Regione per chiedere misure incisive, eppure gli agricoltori di Coldiretti Molise sono ancora sulle barricate bollando come insufficiente la politica venatoria regionale ed il sistema di gestione fin qui messo in atto.
«Chiediamo – spiegano dalla Federazione regionale Coldiretti – che si intervenga subito nella revisione della legge e dei regolamenti di settore, recependo le nuove normative nazionali che prevedono un’attività di controllo straordinario su tutto il territorio regionale, compresi i parchi e le aree protette e senza alcun impedimento da parte di Ispra». Il riferimento è all’articolo 19-ter inserito con la Legge di Bilancio 2022, a modifica della legge 157/1992 che disciplina il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.
«Per tutto questo tempo – aggiungono da Coldiretti – si è continuato a ragionare come se la selezione fosse un altro tipo di attività venatoria e non come un’azione di riequilibrio ambientale. Ora serve un’improcrastinabile attivazione di quanto previsto dalla normativa nazionale per provare a porre rimedio a una situazione sulla quale né gli ATC, né la Regione hanno saputo prestare la dovuta attenzione negli ultimi anni. Non è più tollerabile che gli organi preposti continuino a temporeggiare, o peggio ancora ad ostacolare, nell’affrontare questa emergenza. Come non stigmatizzare – sottolineano da Coldiretti – il comportamento di alcuni soggetti che mettono in essere azioni tese ad ostacolare gli interventi di contenimento della specie, come accaduto di recente a Riccia e a Sessano del Molise, verso cui Coldiretti auspica, da parte delle Istituzioni, una ferma condanna».
Oltre alle centinaia di migliaia di euro di danni di risarcimento agli agricoltori, l’emergenza fauna selvatica (che comprende anche altre specie animali come cervi, daini e caprioli) rappresenta un pericolo anche per i cittadini. Secondo i dati forniti dall’ “Osservatorio regionale tecnico-scientifico degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche”, negli ultimi anni si sono verificati, mediamente, oltre 300 sinistri stradali, anche con feriti gravi, nelle strade della nostra regione. Senza contare la PSA, la Peste suina africana.
Coldiretti, in proposito esprime un plauso al lavoro che da anni l’Osservatorio sta svolgendo sul territorio, fornendo un adeguato supporto sul piano tecnico-scientifico, nonché organizzativo ed operativo per coordinare gli interventi in tema di fauna selvatica.