Un momento solenne non solo per il vescovo Biagio Colaianni, ma per tutta la comunità dei fedeli. Ieri sera in cattedrale, alla presenza delle maggiori autorità civili e religiose, monsignor Colaianni ha ricevuti il Pallio papale dalle mani del Nunzio Apostolico in Italia, il reverendo monsignor Petar Rajič. Il Pallio simboleggia il legame speciale tra e gli arcivescovi che svolgono il loro mandato pastorale nel mondo.
«Vi saluto cordialmente – le parole del Nunzio Apostolico in Italia Petar Rajič – anche a nome del Santo Padre Francesco, che ho l’onore di rappresentare in questa nobile nazione e che mi ha incaricato di imporre, durante questa solenne Eucaristia, il Pallio al nuovo Arcivescovo, Monsignor Biagio Colaianni. La lana con la quale il Pallio è confezionato proviene dagli agnelli di pochi mesi, benedetti dal Papa il giorno di Sant’Agnese, il 21 gennaio di ogni anno. Gli agnelli sono allevati dai Monaci Trappisti nel monastero delle Tre Fontane, a Roma, luogo dove è stato martirizzato San Paolo Apostolo, e poi consegnati alle Monache di Santa Cecilia per la tessitura. Si tratta di un segno antichissimo che i Vescovi di Roma, cioè i Papi, indossano dal IV secolo e simbolizza il giogo che Cristo carica sulle Sue spalle. Secondo un’antica tradizione della Chiesa, tale Pallio, benedetto nella cappella della Confessione (luogo del martirio) di San Pietro, era imposto durante la stessa celebrazione liturgica in Roma. Ora, il Santo Padre Francesco ha disposto che i nuovi Arcivescovi Metropoliti ricevano il Pallio dalle mani del Papa, ma che il medesimo sia imposto al Metropolita dal Nunzio Apostolico nella sede dell’Arcidiocesi e con la partecipazione del popolo e dei Vescovi suffraganei. Questa è, pertanto, anche un’opportunità per ricordare e riflettere sulla missione dell’Arcivescovo Metropolita, che presiede una provincia ecclesiastica, la quale è composta da altre Diocesi dette ‘suffraganee’. È Cristo per primo che ci porta sulle Sue spalle per ricondurci alla comunione con gli altri e pertanto il Pallio, che ora impongo al Vostro Arcivescovo, si converte così nel simbolo della missione principale e per eccellenza del Pastore, per il quale noi offriamo le nostre preghiere oggi in questa Santa Messa».
«Il mio saluto al termine della celebrazione – ha detto l’arcivescovo Biagio Colaianni– è voler comunicare la mia gratitudine a Dio, a lei monsignor Petar Rajič, Nunzio Apostolico inviatoci dal Sommo Pontefice, ai confratelli vescovi, ai sacerdoti e ad ogni persona presente o che si è fatta vicina in altro modo e a voi istituzioni civili e militari sempre partecipi come segno di condivisione nel realizzare il bene comune. Vi ringrazio per la vostra attenzione e condivisione per quanto la Santissima Trinità continua a donarmi nella Grazia con sovrabbondante fiducia nonostante quello che sono. Ringrazio Papa Francesco per il legame particolare con il quale mi ha unito a sé, mi sproni questa consapevolezza ad imitarlo nel presiedere e guidare nella carità il gregge affidatomi ed a farmene carico con il mio ministero e nel mio cuore, con dedizione e con il dono della mia vita. In particolare grazie a voi confratelli nell’Episcopato vescovi della metropolia, della regione Molise, per avermi accolto fraternamente e sostenuto dagli inizi del mio Ministero episcopale. Vi chiedo di continuare ad aiutarmi nel camminare insieme e suggerirmi, con la vostra sapienza ed esperienza, quanto necessario e corrispondente alla responsabilità oggi affidatami. Grazie a voi sacerdoti e diaconi, pazienti e fraterni, che apprezzate ed esaltate quel ‘poco’ che riesco a donarvi, riconoscendo, credo, il ‘molto’ della passione di cuore che ho per voi. A voi familiari amici e laici, presenti e lontani, il ringraziamento sentito, per l’impegno che spesso mi avete assicurato di pregare costantemente per me. Il mio ministero a volte costa fatica e mi sento incapace di far fronte alle necessità della nostra Chiesa Locale e di quelle future delle Chiese Molisane e al bene che esse desiderano. Il segno del Pallio, con le croci e le spille, mi sia di consolazione perché posto su spalle che il Signore con la sua Grazia provvederà a rendere forti per indossarlo e viverne il senso e l’impegno che chiede. Pregate per me perché il giogo sia soave e il peso leggero e con umiltà io sia sempre alla scuola di Cristo per imparare a servirvi. La Madonna addolorata di Castelpetroso nostra patrona del Molise, san Bartolomeo patrono dell’Arcidiocesi, san Giorgio patrono della città ci proteggano e la Santissima Trinità ci benedica».

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