Torniamo ad occuparci del camposanto cittadino, che ciclicamente, a scadenza non fissa, trova spazio nella nostra testata, per qualche aspetto, principalmente di ordine negativo, che attiene all’evolversi delle situazioni. Soprattutto per la gestione ordinaria, che lascia, a dire di molti, abbastanza a desiderare, e che il più delle volte viene chiamata in causa, per la non oculata conduzione, per i continui furti di fiori, di scale, di lampade votive e oggettistica varia, ma anche e soprattutto per la carenza di loculi che trova, spesso e volentieri, collocazione nella cronaca quotidiana che riguarda il luogo di culto, non potendosi effettuare tumulazioni, con deposito delle salme nell’obitorio, in loculi provvisori o addirittura nel cimitero di Santo Stefano.
Feretri che per periodi decisamente lunghi, anche per qualche mese, restano nella struttura che dovrebbe accoglierli solo per qualche giorno, intasando le poche sale esistenti, con autentici disagi per gli operatori e, quel che più conta, per i familiari.
Pare che ultimamente la situazione sia in via di miglioramento con la costruzione di nuove nicchie in grado di far fronte alla pressante richiesta a motivo dei decessi, purtroppo. Dato atto di questa ultima nota, tutto sommato catalogabile tra quelle positive, occorre registrare ulteriori indicatori non piacevoli emersi nel corso degli ultimi tempi. Ed è l’aspetto che ci ha spinti a rimettere in pagina il luogo di culto che dovrebbe stare a cuore a tutti i cittadini, perché chi di più, chi di meno, ognuno ha qualche familiare, congiunto o amici e conoscenti a cui eseguire una visita e depositare un fiore e recitare una preghiera, per non dimenticare.
Tralasciando il ben noto problema che riguarda la mancata installazione di un impianto ascensore, senza nessuna giustificazione addotta, depositato ai piedi di un manufatto da tantissimo tempo (come si nota dalla foto), esposto alle intemperie e che rappresenta un autentico spreco di risorse economiche, che grida fortemente vendetta, iniziamo, tanto per non cambiare, con il senso di inciviltà che attanaglia alcune persone, incuranti del rispetto del prossimo, che si intrufolano nel camposanto, in particolare nelle zone della nuova struttura che presenta più accessi, con la propria autovettura, come si evidenzia con le foto, fino a raggiungere il posto più vicino ai propri cari, eludendo furbescamente il controllo degli addetti alla custodia, specie nei giorni festivi in cui i controlli stessi sono molto più elastici. E non si tratterebbe, come ci viene riferito, di soggetti affetti da disabilità, che sarebbe decisamente visibile ad occhio nudo, e pienamente giustificabile qualora muniti di permessi anche provvisori, ma di soggetti sani fisicamente che potrebbero tranquillamente raggiungere i loculi a piedi, come la quasi totalità di persone fa. E qui, cari lettori, non c’è colpa o responsabilità che tenga: l’educazione, e, principalmente, il rispetto per il tuo simile o ce l’hai o no.
Non c’è sorveglianza che sia sufficiente a far rispettare le regole e non c’è comitato in grado di garantire tranquillità e sicurezza.
Ebbene, per rimanere in tema, e continuare con un altro anello da aggiungere alla catena, evidenziamo un nuovo gioco di furti, per essere eufemistici, quello riguardante la sottrazione di lampadine votive dinanzi alle lapidi. Un comportamento squallido, per tenerci nel pulito, che testimonia ancora di più una mancanza di sensibilità da parte di persone senza scrupoli, neppure di fronte a immagini di uomini, donne o bambini scomparsi, raffigurate sulle lapidi.
Non ci sono parole per commentare simili atteggiamenti, se non quella che dovrebbe far riflettere e cambiare registro: vergogna.
Chiudiamo con una comunicazione di servizio, per così dire, visto e considerato che si avvicina la giornata della commemorazione dei defunti e, come da tradizione, ci sarà la funzione religiosa all’interno del cimitero nuovo. Contrariamente al passato, quest’anno, i frati della chiesa e del convento San Giovanni Battista, evidentemente in sintonia con il nuovo pastore della diocesi, don Biagio Colaianni, che dovrà presiedere il rito per la prima volta da quando è a Campobasso, hanno spostato la celebrazione per i defunti al mattino, anziché, come al solito, al pomeriggio. L’appuntamento è per il giorno 2 novembre, alle ore 11, condizioni meteo permettendo.
Michele D’Alessandro