Si torna in scena: presentata ieri pomeriggio a Campobasso la Stagione di spettacoli del Teatro Savoia 2024-2025, prodotta dalla Fondazione Molise Cultura e sostenuta dalla Regione Molise e dalla Provincia di Campobasso. Nell’incontro con la stampa convocata nel foyer del teatro del capoluogo, presenti il consigliere regionale delegato alla Cultura Fabio Cofelice e la presidente della Fondazione Molise Cultura Antonella Presutti, insieme ai componenti del Cda, che hanno tracciato gli aspetti della stagione teatrale e dei nove spettacoli inseriti in cartellone, in scena dal 5 novembre 2024 al 28 marzo 2025, con doppia recita.
«Torna la stagione teatrale con una programmazione sempre più variegata – ha dichiarato la presidente Antonella Presutti – dal progetto speciale legato a “Il mio nome è Tempesta” sull’assassinio di Giacomo Matteotti ad una moderna favola metropolitana come “Alice nelle fogne delle meraviglie”, passando attraverso la grande tradizione del tango e ancora Ionesco, Shakespeare e Ozpetek. Una grande metafora che ci circonda come “Acqua” e poi un capolavoro come “Moby Dick”, così come le rutilanti scene di Umberto Scida che portano in un viaggio straordinario all’interno della musica del ‘900. Un programma estremamente ricco che ci accompagnerà fino alla primavera che, siamo certi, sarà apprezzato come sempre accade dal nostro pubblico».
La vendita degli abbonamenti inizierà lunedì prossimo, 21 ottobre dalle ore 10 nei punti vendita Ciaotickets, on line al link https://www.ciaotickets.com/fondazione-molise-cultura, e infine presso la biglietteria del Palazzo Gil (ingresso in Via Milano a Campobasso), dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13 e il lunedì e mercoledì dalle ore 16 alle ore 18.
I biglietti d’ingresso per i singoli spettacoli, infine, saranno messi in vendita dal 5 novembre alle ore 10,00, a conclusione della campagna abbonamenti.
Ad aprire la stagione, il 5 e 6 novembre, “Il mio nome è tempesta. Il delitto Matteotti” della giornalista molisana Carmen Sepede e con Diego Florio, Marco Caldoro, Piero Grant, Domenico Florio, Giorgio Careccia.
Ci sono eventi che cambiano profondamente la storia. Eventi per i quali c’è un prima e c’è un dopo. Il delitto Matteotti è uno di questi. Una delle pagine più drammatiche e significative della storia del nostro Paese.
Il 10 giugno 1924 il deputato del Partito socialista unitario Giacomo Matteotti, “Tempesta”, come veniva chiamato per il suo carattere irruento e coraggioso, fu rapito a Roma e ucciso da un gruppo di squadristi fascisti, guidati da Amerigo Dumini.
Il suo corpo, sepolto frettolosamente, fu ritrovato solo due mesi dopo, in un bosco alla periferia di Roma. Appena dieci giorni prima del rapimento, il 30 maggio 1924, nel suo celebre intervento alla Camera dei Deputati, Matteotti aveva attaccato duramente Benito Mussolini, denunciando i brogli elettorali, le intimidazioni e i pestaggi che avevano caratterizzato le votazioni del 6 aprile 1924, che avevano portato al potere il Partito fascista, arrivando a chiedere l’annullamento delle votazioni.
Una sfida diretta al Duce, che era rimasto ad ascoltarlo con sguardo truce nell’aula di Montecitorio senza pronunciare una parola. “Il mio discorso l’ho fatto – le parole che Matteotti rivolse ai compagni di partito al termine dell’intervento – Ora voi preparate il discorso funebre per me”.
Parole che, rilette oggi, suonano come una profezia. Matteotti sapeva di rischiare la morte? In maniera parallela all’attività politica, da giornalista, il deputato aveva denunciato una vicenda ancora più scottante: le presunte tangenti pagate dalla compagnia americana Sinclair Oil per ottenere la concessione delle trivellazioni petrolifere in Italia. Vicenda che, secondo accertamenti e ricostruzioni accurate, chiamava in causa il fratello del Duce Arnaldo Mussolini e, secondo alcuni storici, anche il Re Vittorio Emanuele III.
Una storia pericolosa che Matteotti aveva ricostruito in un articolo indirizzato alla rivista ‘English Life’ e della quale aveva parlato con la moglie, la poetessa Velia Titta, salutandola pochi minuti prima del rapimento. Ricostruito con una struttura a metà fra un giallo, un noir e una spy story, “Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti”, narra lo scontro tra fascismo e antifascismo, fra una dittatura nascente e una visione altra del mondo, finalmente democratica e plurale. Intorno ai due massimi competitor, Mussolini e Matteotti, due umanità, quella della maggioranza e quella dell’opposizione si fronteggiano e si sfidano, incrociando trame di palazzo a strategie parlamentari.

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