Non c’è più sordo di chi non vuol sentire, recita così un notissimo proverbio che viene utilizzato in particolar modo quando qualcuno non vuole ascoltare i consigli altrui. In questo caso, ci riferiamo, in primis, all’amministrazione comunale, che ha fatto finta di niente ad un nostro articolo con il quale abbiamo segnalato le difficoltà del transito veicolare cittadino, a seguito della chiusura di un tratto di strada che collega Colle dell’Orso a Via delle Frasche e quindi tutta la parte bassa di Campobasso che utilizza tale strada secondaria per aggirare il traffico intasatissimo su Via San Giovanni che nelle ore di punta, ma da un po’ durante tutta la giornata, fa registrare lunghe code che arrivano fin quasi al cimitero, colonne interminabili di autovetture in direzione del centro, fino all’altezza dell’imbocco che conduce al terminal di via Vico. Eppoi a quanti, autorità varie, hanno a cuore i servizi al cittadino da erogare possibilmente senza disagi e preoccupazioni varie. Una odissea, quella in esame, alla quale si sottopongono gli automobilisti quotidianamente, affrontando enormi difficoltà per raggiungere puntuali il posto di lavoro o le sedi scolastiche dei propri figli e che adesso si è fatta veramente più grave per via della inibizione del piccolo segmento in questione che, pur non avendo caratteristiche degne di tal nome dal punto di vista della carreggiata, rappresentava una valvola di sfogo di sicura utilità, privilegiata da tanti automobilisti provenienti dal foggiano e dalla zona San Giovanni. Si tratta di rimettere nel proprio binario una grata di raccolta acque piovane, fuoriuscita dalla propria sede a causa delle continue sollecitazioni a cui è sottoposta dalle autovetture, dinanzi all’ex Istituto Tecnico per Geometri, a poche decine di metri dalla casa di riposto “Pistilli-Colitto”. Ebbene dal giorno in cui abbiamo pubblicata la nostra segnalazione, 16 ottobre, sono trascorsi, con oggi, ben dieci giorni, oltre ad altri dieci giorni antecedenti il nostro articolo, e il collegamento stradale di cui stiamo parlando è sempre lì, impossibile da utilizzare, in attesa di un qualche intervento che ponga fine alla problematica che, a nostro giudizio, non richiede particolari e ingenti risorse economiche per la sistemazione. Si tratta di ricollocare nel proprio alveo una grata per le acque piovane e magari renderla più stabile con una cementificazione limitata, per evitare le cosiddette ricadute. Non sta a noi giudicare il lavoro da effettuare e i tempi necessari per la soluzione, ma pur non essendo del mestiere riteniamo che non ci vogliano tempi biblici per ripristinare il tutto, si tratta pur sempre di una barra di ferro segmentata da ricollocare. Si obietterà che abbiamo a che fare con la pubblica amministrazione e quindi i tempi si dilatano ulteriormente per via di quella benedetta burocrazia che, il più delle volte, rappresenta un autentico ostacolo alla concretizzazione delle situazioni. Ma risulta che esistono ancora norme che tutelano l’emergenza e la urgenza, in caso di necessità, alle quali spesso ci si rivolge per aggirare la burocrazia limitante. A meno che, nel caso in specie, come evidenziato anche nel precedente articolo, si tratta di una proprietà privata, non di competenza comunale, per la quale però l’amministrazione potrebbe fare forte pressione affinché si proceda al ripristino, stante il pubblico interesse e utilità. Staremo a vedere se anche questa volta si farà, come suol dirsi, orecchi da mercante e, quindi, volutamente si diventerà sordi per non voler ascoltare. Penalizzando notevolmente la cittadinanza automobilistica che, in qualche raro caso, come ci hanno riferito, ha fatto da sé, rimuovendo momentaneamente l’impedimento per transitare ugualmente, visto che c’è possibilità in quanto non tutta la grata di raccolta è stata danneggiata. Ed è per tale motivo che ci eravamo permessi di indicare anche un transito a senso unico alternato. Se così fosse, come ci hanno riferito, sarebbe una cosa gravissima, perché creerebbe seri rischi per la incolumità pubblica, incurante del pericolo che potrebbe presentarsi con l’arrivo di una macchina dal lato opposto.
Michele D’Alessandro