Lo scorso anno il piano di dimensionamento scolastico approvato dal Consiglio regionale fece esplodere il caso politico dentro e fuori Palazzo D’Aimmo. Il taglio delle dirigenze del Pilla di Campobasso e dell’Alighieri di Ripalimosani, per ‘salvare’ le scuole di Venafro e Termoli (la tesi dell’opposizione e dei sindaci dei Comuni interessati, ndr), scatenò una battaglia legale vinta al Tar dal Comune di Ripalimosani che si oppose al piano. A distanza di meno di 12 mesi si rischia di leggere lo stesso copione, ma con attori diversi. È infatti Campobasso, questa volta, a salire sulle barricate per scongiurare la perdita di un’altra autonomia scolastica. Il Consiglio comunale, lunedì sera, ha approvato all’unanimità (con 26 voti) una delibera (già inoltrata a Provincia, Regione e Usr) per rimarcare la ferma opposizione ad eventuali e inopportuni dimensionamenti delle scuole della città, alla luce del piano proposto dall’Ufficio scolastico regionale.
«Per fondamentali ragioni di equità (la città capoluogo di regione è stata già colpita lo scorso anno dalla soppressione di un’autonomia scolastica) – si legge nella delibera bipartisan – funzionalità e di operatività (gli istituti comprensivi dell’area territoriale di Campobasso sono praticamente contigui dal punto di vista logistico, per i numeri in gioco e per l’assetto viabilistico e dei trasporti, la fusione di istituti scolastici derivante dalla soppressione di uno di essi è più gestibile con spostamenti di utenti e personale dai comuni limitrofi a Campobasso e non viceversa), la prevista soppressione di un’autonomia scolastica a valere sul nostro comprensorio territoriale della provincia è oggettivamente incoerente che ricada sulla città di Campobasso».
Ieri mattina sindaca, assessori e consiglieri hanno incontrato la stampa per spiegare le ragioni del documento e le preoccupazioni per la ‘mannaia’ che, stando alle notizie informali emerse durante gli incontri in provincia e con l’Usr, potrebbe cadere sull’istituto comprensivo Jovine.
«Difendere la città di Campobasso significa difendere l’intera regione e i suoi servizi essenziali», ha dichiarato la sindaca Marialuisa Forte ringraziando anche l’opposizione di centrodestra che condiviso «un voto a favore della città».
«Nel testo abbiamo preso atto delle linee guida dettate dalla Giunta regionale nella delibera del 15 ottobre – ha spiegato Vincenzo De Iasio, presidente della commissione competente – esprimendo chiaramente l’inopportunità che i tagli colpiscano le scuole di Campobasso».
L’assessore all’Istruzione Mimmo Maio ha rimarcato come per l’ennesima volta «ci ritroviamo a difendere la dignità della comunità scolastica campobassana che dobbiamo assolutamente tutelare, perché non può permettersi il lusso di perdere, per il secondo anno di fila, un’altra dirigenza. Ci fa molto piacere che anche la minoranza abbia sposato questa linea, al netto delle divisioni politiche. Crediamo che gli esponenti del centrodestra comunale possano rappresentare anche alla stessa parte politica in Regione i giusti bisogni del capoluogo. La delibera non è stata approvata per un fine campanilistico, è una battaglia sacrosanta in difesa della dirigenza che è punto di riferimento per famiglie, studenti e personale scolastico. Attaccare di nuovo Campobasso – conclude Maio – ci sembra politicamente scorretto».
Ancora più esplicito e critico il consigliere Luca Praitano che l’anno scorso è stato impegnato in prima persona nella vicenda in qualità di assessore all’istruzione. L’esponente dei 5 stelle svela ‘l’escamotage’ utilizzato da Regione e Usr per giustificare il taglio di una dirigenza a Campobasso: «Hanno cercato di far passare ragioni politiche per ragioni tecniche attraverso l’Ufficio scolastico regionale, includendo impropriamente l’istituto comprensivo di Ripalimosani tra quelli della città di Campobasso. È chiaro che questa manovra nasconde una volontà politica di colpire le scuole di Campobasso, risparmiando invece quelle di Venafro, Termoli e Isernia. Purtroppo – l’attacco finale – siamo vittima della politica campanilistica che fa il centrodestra sulla nostra pelle».
Del resto, ben prima dell’approvazione della delibera, la sindaca Forte e l’assessore Maio avevano chiesto, attraverso una nota formale inviata alla Provincia, di escludere Campobasso – e la Jovine – dal dimensionamento.
«Come ben noto – si legge nella nota del 3 ottobre – lo scorso anno scolastico, il Comune di Campobasso è stato già gravato dalla misura del dimensionamento scolastico, accettando la riorganizzazione dell’Istituto d’Istruzione Secondaria “L. Pilla”, in conformità con quanto stabilito dai criteri di efficientamento e razionalizzazione del sistema scolastico provinciale e regionale. Tale intervento, a discapito di uno degli Istituti scolastici maggiormente strategici per l’intera comunità scolastica comunale e provinciale, è stato accolto, pur non condividendolo, con senso di responsabilità, nella consapevolezza dell’importanza di garantire un’offerta formativa adeguata alle esigenze del territorio e alla popolazione scolastica regionale. Tuttavia, alla luce dei dati attuali, ci preme evidenziare che tutte le Istituzioni scolastiche di questo Comune rispettano pienamente gli standard previsti dalla normativa vigente in materia di dimensionamento scolastico. Inoltre, considerato il sacrificio che ha già interessato questo Comune nel processo di riorganizzazione scolastica e l’equilibrio attuale del sistema scolastico locale, si ritiene che un eventuale ed ulteriore riduzione delle autonomie scolastiche nel nostro territorio, quale quella avente ad oggetto l’Istituto Comprensivo “F. Jovine”, comprometterebbe in misura significativa la qualità del servizio educativo offerto ai nostri cittadini, oltre a creare gravi disagi per le famiglie e per tutto il personale scolastico interessati da detto Istituto. Pertanto, il Comune di Campobasso propone di escludere dall’attuale procedura di dimensionamento scolastico ulteriori Istituti scolastici situati nel nostro territorio, confidando che le suesposte considerazioni possano essere valutate con la massima attenzione».

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