«Non è una battaglia personale, né tantomeno politica. È una battaglia per la collettività». È la prima cosa che tiene a ribadire Salvatore Colagiovanni dopo il furto subìto nella sua abitazione sabato pomeriggio. I ladri hanno fatto irruzione in casa introno alle 18.30, mentre il consigliere comunale era in compagnia dei suoi genitori anziani. Un episodio che, al di là del danno economico, ha colpito profondamente Colagiovanni che, in maniera provocatoria, ha avviato lo sciopero della fame per sollecitare un intervento del governo – attraverso la delegazione parlamentare molisana – affinché siano rafforzate le misure di sicurezza e potenziati gli organici delle forze di polizia.
Un atto forte che però ha scatenato reazioni contrastanti sui social. In molti, infatti, hanno ‘accusato’ il consigliere di aver ‘alzato la voce’ solo perché colpito personalmente. «Ho letto con attenzione le critiche che mi sono state mosse sui social riguardo la mia decisione/ provocazione di intraprendere lo sciopero della fame all’indomani del furto di cui sono stato vittima. Comprendo la rabbia e la diffidenza dei cittadini – scrive – che mi incolpano di prendere posizione sull’argomento sicurezza solo ora -a loro detta- che sono stato coinvolto in prima persona. Così non è; vorrei ricordare infatti che da anni mi batto affinché questa città possa essere liberata da eventi criminosi. L’ho fatto sollecitando le istituzioni competenti e sensibilizzando maggioranze e opposizioni che si sono succedute in Comune, attraverso atti, interpellanze e richieste di consigli monotematici.
Non solo, nell’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Campobasso, il tema sicurezza è stato il baluardo non solo mio, ma anche dell’intera coalizione che, purtroppo, non è stata eletta. Detto questo, va da sé che nel momento in cui gli eventi criminosi di cui sopra mi hanno riguardato da vicino, ho pensato che, proprio in virtù del mio ruolo e della mia “notorietà” , fosse il caso di prendere una posizione netta. Sono anche io un uomo, un padre, un figlio preoccupato per l’incolumità della propria famiglia e ho creduto che alzare il polverone potesse essere utile a rafforzare ulteriormente i controlli in città, in modo particolare nel centro storico e nelle contrade, nell’interesse di tutti i cittadini.
Una battaglia in cui dovremmo essere uniti e non divisi da sterili polemiche».
Colagiovanni ribadisce che il suo è un gesto «doveroso nei confronti di chi vive a Campobasso e per i tanti che hanno già subito un furto. Perché – spiega – il danno psicologico di non sentirsi sicuri in casa propria accomuna tantissime persone ed è di gran lunga peggiore del danno materiale. La situazione a Campobasso e in Molise è ormai fuori controllo, è necessario che il governo prenda seri provvedimenti». Due le richieste del consigliere di Palazzo San Giorgio: «Insieme ai colleghi del centrodestra – annuncia – chiederò un incontro con la delegazione parlamentare molisana per fare il punto sulle tante criticità, dalla mancanza di personale in questura e nelle caserme, alla inefficienza di molte telecamere installate a Campobasso, per poi sollecitare un intervento serio e puntuale del governo. In secondo luogo è necessario convocare in maniera permanente il comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura e, in quella sede, valutare le strategie da mettere in campo per arginare questa emergenza».

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