Biblioteca Albino: qualcosa, forse, si muove. Dopo gli annunci puntualmente caduti nel vuoto, non è passato inosservato l’avviso emanato dal Segretariato del Mic per il Molise, e pubblicato anche sull’albo pretorio del Comune di Campobasso, per la ricerca di immobili da adibire a deposito librario della Biblioteca di via D’Amato. Un ‘segnale’ che potrebbe lasciar presupporre l’avvio dei lavori di adeguamento della struttura propedeutici alla riapertura della storica biblioteca. Da Palazzo San Giorgio non trapelano dettagli. Del resto il Comune non ha alcuna titolarità né sull’immobile né sul patrimonio librario dell’Albino, ma la giunta Forte, in particolare l’assessore alla Cultura Adele Fraracci, sta lavorando ‘sottotraccia’ insieme alla Regione per sollecitare il Ministero affinché la biblioteca torni finalmente fruibile. La strada da percorrere è sempre quella prospettata ormai un anno fa dall’ex ministro della Cultura Sangiuliano e dalla delegazione parlamentare molisana: attribuire il rango di Biblioteca pubblica statale alla ex Biblioteca provinciale “Pasquale Albino” di Campobasso, quale sede distaccata della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Questa, al momento, resta l’unica ipotesi che potrebbe garantirne la riapertura.
La ricerca del Segretariato del Mic è volta ad individuare un immobile da affittare e ubicato a Campobasso, nei pressi dell’attuale sede della Biblioteca Albino. La destinazione d’uso deve essere compatibile con l’attività a cui è preposto, deposito librario appunto e necessita anche di un’area parcheggio e di servizi igienici. Costituiscono, inoltre, elementi preferenziali per la selezione dell’immobile: convenienza economica; facilità di accesso; distanza dalla Biblioteca Albino di Campobasso con valutazione della distanza dall’entrata di Via Luigi D’amato snc
Il contratto avrà la durata di dodici mesi con decorrenza dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, con possibilità di rinnovo. L’offerta, sottoscritta dal proprietario dell’immobile (ovvero dal rappresentante legale, nel caso di persona giuridica), dovrà pervenire entro e non oltre le ore 18 del 24 novembre 2024, al seguente indirizzo PEC: sr-mol@pec.cultura.gov.it.
Insomma, forse si intravede uno spiraglio per la riapertura della più importante istituzione culturale del Molise, con un patrimonio documentario cartaceo e digitale, Polo SBN (contenente circa 200.000 notizie e a cui afferiscono 18 biblioteche molisane), teche digitali contenenti circa 90.000 immagini fra periodici molisani e manoscritti musicali, pubblicazioni, libri, riviste e quotidiani della regione. Chiusa ormai da ben 8 anni a causa della Legge Delrio che tolse competenze di ambito culturale alle Province. Tutte le Regioni, dove si trovavano biblioteche provinciali, decisero di regionalizzare tali istituzioni che svolgono un servizio basilare per le comunità. La Regione Molise, invece, decise di “dire no” all’acquisizione della Albino, anche per il tramite dei vertici della Fondazione Molise Cultura che non hanno mai manifestato il disagio della perdita della maggior istituzione culturale del territorio. Ciò nonostante la Regione Molise fosse il soggetto individuato dalla legge per condurre il riordino delle funzioni previsto dalla legge Delrio, e nonostante sia il principale cofirmatario dell’Accordo di Valorizzazione stipulato il 13 settembre 2016 col Mibact, quindi il soggetto istituzionale tenuto a verificare il rispetto degli accordi ed eventualmente a stimolare il loro adempimento. Da qui una serie di vicissitudini che hanno portato alla cessione della Biblioteca Provinciale “Albino” al Ministero della Cultura, finendo però sotto la Direzione generale dei Musei anziché la Direzione generale delle Biblioteche, come avvenuto per molte altre strutture italiane.