Un documento con in calce quasi mille firme, raccolte tra docenti, personale scolastico, genitori degli alunni e semplici cittadini. L’istituto comprensivo Colozza non è certo rimasto immobile di fronte alla delibera di Palazzo Magno che ha proposto la soppressione dell’autonomia e l’accorpamento con la Francesco D’Ovidio. L’ennesimo taglio per una scuola campobassana che da più parti viene definito immotivato ed arbitrario, sia alla luce del piano di dimensionamento scolastico dello scorso anno – che è già ‘costato’ la dirigenza all’istituto Pilla – sia per i ‘numeri’, in termini di iscrizioni, che la Colozza vanta da anni.
La contromossa della scuola non si è fatta attendere: l’avvocato Giuseppe Lattanzio, in qualità di presidente del Consiglio d’Istituto dell’I.C. Colozza, ha contestato punto su punto la delibera provinciale in un documento inviato al presidente di Palazzo Magno Puchetti, al governatore Roberti e al presidente del Consiglio Pallante, alla sindaca Forte e al dirigente dell’Usr Chimisso.
In primo luogo «la proposta di soppressione dell’autonomia scolastica dell’I.C. Colozza, come deliberata, in modo del tutto improvvido ed inaspettato dal Consiglio provinciale di Campobasso e senza alcun coinvolgimento del dirigente di questo Istituto, mostra evidenti criticità e motivi di perplessità, se non di vera e propria illegittimità, in quanto risulta del tutto sfornita di adeguata motivazione, come invece richiesto dalla legge per ogni atto amministrativo. Motivazione che non si rinviene neppure nei verbali delle precedenti sedute della 3^ Commissione consiliare della Provincia. Né tale proposta è stata mai avanzata dai soggetti deputati ad intervenire alla fase preliminare di concertazione territoriale».
E ancora, la decisione appare «paradossale perché prevede l’aggregazione, del tutto inusuale, di una scuola più grande in una scuola più piccola, e confligge con i criteri generali della Giunta regionale riferiti alla “consistenza della popolazione scolastica nell’ambito territoriale di riferimento”». Una serie di requisiti che, sottolinea l’avvocato Lattanzio, la Colozza possiede: «Conta infatti una delle popolazioni scolastiche più numerose, con ben 762 alunni a fronte, ad esempio, dei 640 dell’IC D’Ovidio e dei 584 dell’IC Jovine. Tale dato si pone al di sopra della media rilevata dallo stesso Usr nella proposta allegata alla delibera n. 55 del Consiglio provinciale (690 alunni per istituto), peraltro con percentuali di nuove iscrizioni in costante crescita negli ultimi anni. L’Istituto Colozza dispone, poi, di un’edilizia scolastica sicura e pienamente rispondente alle caratteristiche evidenziate dalle stesse Linee guida regionali. Ha una propria risalente storia ed una propria identità, riconosciuta a livello comunale e regionale, anche per l’eccellenza dell’offerta formativa garantita alla propria popolazione scolastica e a tutto il capoluogo, come testimoniano i riconoscimenti ottenuti anche a livello nazionale, con progetti ed investimenti ulteriori da realizzare nell’immediato futuro.
Non si comprende, quindi, la ragione per cui l’autonomia dell’Istituto debba essere soppressa tout court e di fatto sostituita da altra dirigenza e/o da altro Istituto Comprensivo che, all’attualità, versa, come noto, in condizioni altamente precarie quanto ad edilizia scolastica, e con alunni iscritti in numero inferiore. L’IC Colozza, inoltre, è stato individuato poi tra i destinatari del progetto, ammesso a finanziamento Pnrr da circa 3 milioni di euro per la costruzione di una mensa scolastica presso il proprio polo scolastico. Inoltre, l’illogicità e l’irragionevolezza della proposta approvata dalla Provincia, emergono con maggiore chiarezza laddove si consideri che, se attuata, comporterà la costituzione di un “super istituto comprensivo” di circa 1.500 alunni e 250 docenti, (il più grande della regione) di certo di difficile gestione, a fronte del permanere, nel contesto cittadino, di altri Istituti dotati di propria autonomia, seppur con numeri inferiori e in alcuni casi anche con ipotesi di poco più di 550 studenti. La netta opposizione alla proposta avanzata dal Consiglio provinciale, formalmente espressa dal Consiglio d’Istituto dell’I.C. Colozza, è bene chiarirlo – sottolinea – non è dettata da intenti campanilistici o “politici” di sorta, ma dal diritto di vedere rispettati i criteri di scelta che la stessa Regione Molise ha adottato. È, infatti, doveroso esigere dagli amministratori pubblici, se un dimensionamento deve esserci, il rispetto della trasparenza e oggettività nelle scelte operate, al fine di evitare anche il solo sospetto di abusi o favoritismi che sarebbero inaccettabili o di proposte etero determinate». Dunque, la battaglia è appena cominciata e, qualora la proposta della Provincia sia accolta dal Consiglio regionale, non si escludono ricorsi come già avvenuto lo scorso anno con l’istituto comprensivo Alighieri di Ripalimosani.
Nella foto l’avvocato Lattanzio