Il Tribunale amministrativo regionale del Molise ha bloccato le procedure concorsuali per la copertura di tre delle sette cattedre vacanti presso il Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, accogliendo il ricorso presentato da una docente rappresentata dall’avvocato Giacomo Papa.
L’ordinanza, emessa in Camera di Consiglio, riguarda le cattedre di “Clavicembalo e tastiere storiche”, “Accompagnamento pianistico” e “Violino”. I giudici hanno ravvisato irregolarità nella selezione delle cattedre da mettere a bando, evidenziando una mancata valutazione delle reali “esigenze didattiche” dell’istituto. «L’individuazione delle cattedre – si legge nel documento – non risulta esser stata preceduta – secondo quanto dedotto dalla ricorrente, e senza che sul punto sia stata mossa alcuna puntuale controdeduzione dalla difesa pubblica – da una conforme indicazione da parte dei competenti dipartimenti: il che già vale a far emergere seri dubbi sul fatto che la scelta delle suindicate tre cattedre sia avvenuta sulla base di una ponderata valutazione delle “esigenze didattiche”, atteso che i dipartimenti stessi sono le strutture meglio in grado di conoscere le esigenze didattiche del rispettivo ambito di appartenenza».
Nel dispositivo, in sostanza, il Tar ha sottolineato come il Consiglio accademico del Conservatorio non abbia adeguatamente coinvolto i dipartimenti competenti nella scelta delle cattedre da destinare al concorso. Una mancanza che ha sollevato dubbi sulla necessità effettiva di bandire tali posizioni.
«Il Tar ha rilevato che, almeno per tre cattedre, le scelte del Consiglio risultano palesemente illogiche», ha dichiarato l’avvocato Papa. «Si tratta di una lottizzazione, in quanto non sono state giustificate le esigenze didattiche alla base della selezione».
Le procedure concorsuali erano state autorizzate dal Ministero per sette cattedre, demandando al Consiglio accademico la scelta di quelle da mettere a bando. Tuttavia, secondo il Decreto Ministeriale che disciplina la procedura, tale selezione deve avvenire in base a criteri oggettivi legati, appunto, alle esigenze didattiche dell’istituto.
«Il regolamento impone che vengano privilegiate le cattedre con maggiore urgenza didattica, ad esempio quelle frequentate da più studenti o, un po’ come avviene per le università, previste in più piani di studio. Invece, il Consiglio accademico ha proceduto a una votazione senza definire criteri chiari, selezionando le cattedre in maniera arbitraria», ha ribadito il legale.
L’ordinanza infatti prende ad esempio la cattedra di “Clavicembalo e tastiere storiche” che, si legge ancora nel documento, «sembra cogliere nel segno il rilievo della ricorrente per cui non emergerebbero, per il relativo insegnamento, elementi tali da giustificare la sua inclusione tra quelli da destinare a concorso: la ricorrente ha infatti documentato che negli anni 2021/22 e 2022/23 non risulta alcuna richiesta di iscrizione al suddetto corso accademico».
I giudici amministrativi hanno inoltre ordinato al conservatorio la consegna delle copie «di tutte le domande di iscrizione degli studenti per l’anno accademico 2023/2024, giusta richiesta di accesso del 24 settembre 2024, previa cancellazione, ai fini di tutela della privacy, delle generalità dei richiedenti riportate dalle singole domande di iscrizione».
La trattazione di merito del ricorso è stata fissata per il 7 maggio 2025.
Intanto la decisione del Tar lascia aperta la possibilità di una nuova delibera da parte del Consiglio accademico, questa volta fondata su criteri oggettivi e trasparenti. Tuttavia, il rischio è che l’intera procedura venga annullata, costringendo a rivedere la selezione delle cattedre da bandire.
«L’individuazione deve avvenire in base a esigenze reali, non per logiche soggettive», ha concluso l’avvocato Papa. «Siamo soddisfatti di aver contribuito a ripristinare la fiducia nella giustizia per una persona che si sentiva vittima del sistema».
La vicenda, in ogni caso, apre un dibattito più ampio sulla trasparenza nella gestione delle istituzioni accademiche e sulla necessità di criteri più stringenti nella programmazione delle assunzioni.