L’annuale indagine de “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita propone Campobasso e la sua provincia all’80esimo posto (su 107), in arretramento di quattro posizioni rispetto al precedente rilevamento. In caduta libera su ambiente e demografia, ove sfiora addirittura la maglia nera su scala nazionale, mostra al contrario segnali incoraggianti su affari, lavoro e cultura. E’ quanto emerso dalla fotografia complessiva riferita agli ultimi dodici mesi, che vede primeggiare per la prima volta Bergamo, seguita da Trento e Bolzano, spesso e volentieri finite sul podio.
Il Nord-Est continua a monopolizzare o quasi la top-10, mentre appare evidente la flessione dei grandi centri, che non fanno capolino nei primi posti, eccezion fatta per Bologna (nona), verosimilmente a causa delle crescenti disuguaglianze sociali e il sensibile aumento del costo della vita, a partire dagli affitti. Ecco spiegato il down di Milano (scesa al 12.esimo posto), il crollo di Torino (-22, ora 58.esima), Firenze (-30, ora 36.esima) e Roma, addirittura al 59.esimo su 107.
In linea di massima, assistiamo al collaudato elenco delle province del centro-sud in coda alla graduatoria, indice di disuguaglianza cronica tra Nord e Mezzogiorno: basti pensare che dall’80esima piazza in giù, non ci sono aree del centro o del settentrione, fino a Napoli e Reggio Calabria (107), rispettivamente penultima e ultima.
Considerando il contesto e i dati di Isernia, addirittura 95.esima, la provincia di Campobasso si ‘difende’, ma paga in maniera evidente su ambiente e demografia, i cui indici appaiono in caduta libera rispetto ad un anno fa. In particolare, sul rilevamento ‘Ambiente e Servizi’ pesano le sotto categorie ‘auto circolanti ogni cento abitanti’ e ‘piste ciclabili’, temi sui quali occorrerà una sterzata concreta e politiche specifiche per risalire la china. I segnali di crescita arrivano invece sul fronte lavoro: le start up innovative fanno segnare un +2,8%, tanto da spingere la provincia di Campobasso trentuno posizioni più in alto rispetto al 2023.
Infine il parametro ‘Ricchezza e consumi’, risulta fortemente penalizzato – in linea con il trend nazionale – dai dati sugli affitti: -43,8% nella classifica italiana in un solo anno. Anche qui, la percezione del cittadino, non tradisce mai.

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