La riorganizzazione della macrostruttura è costata alla sindaca Forte la prima vera spaccatura in maggioranza. L’atto, infatti, non è stato votato dalla componente civica dell’esecutivo: gli assessori Adele Fraracci e Angelo Marcheggiani non solo hanno detto ‘no’ al provvedimento, ma hanno anche motivato la loro decisione con una nota, esigendo che fosse messa a verbale. Il vicesindaco Piero Colucci, invece, non ha preso parte alla riunione di giunta. «Si esprime parere negativo – hanno dichiarato i due assessori del Cantiere civico – in quanto, pur condividendo l’obiettivo (in corso di approfondimento e perfezionamento da parte dei sottoscritti assessori) di attuare un meccanismo di rotazione a maggiore garanzia dei principi di imparzialità e trasparenza dell’amministrazione, si ravvisano profili di illegittimità della proposta pervenuta ieri 19 dicembre, senza congruo preavviso, relativi all’omessa comunicazione alle organizzazioni sindacali e all’estensione dei meccanismi di rotazione anche ai Rup (Responsabili Unici del Procedimento), con conseguenti rischi di contenziosi e pregiudizi erariali». Un ‘segnale’ chiaro che è stato ribadito anche nel corso della seduta del Consiglio immediatamente successiva all’approvazione della delibera: il centrodestra (Esposito e Colagiovanni), alla luce del documento appena licenziato dall’esecutivo e non inviato ai consiglieri, ha richiesto una sospensione dei lavori per convocare una conferenza di capigruppo ad horas ed avere chiarimenti.
Nonostante l’opposizione di 5 stelle e Pd alla sospensiva, i civici hanno votato con il centrodestra: 13 sì tra cui quelli di De Iasio, Iafigliola e Lombardi (Ruta invece era assente).
La crepa – che secondo i bene informati ha un’origine chiara, ovvero il ricorso elettorale presentato da Pd e 5s e poi rigettato dal Tar – pare si stia allargando anche all’interno dell’aula del Consiglio, dove i voti della maggioranza progressista sono risicati, e tra i componenti dell’esecutivo, per metà a trazione civica. Stando ai rumors il tentativo di veder riconosciuto il premio di maggioranza a danno non solo del centrodestra ma anche del Cantiere civico, ha incrinato il rapporto di fiducia tra la sponda dem Forte e Pino Ruta. Qualora i giudici amministrativi avessero accolto la tesi degli avvocati Roberto Ruta e Piero Neri, infatti, il cantiere civico avrebbe conservato appena due scranni (quello di Pino Ruta e Angelo Marcheggiani, ndr). Il pericolo è sì stato sventato – sempre ché il Pd non decida di ricorrere al Consiglio di Stato – ma le ripercussioni della vicenda parrebbero aver minato la stabilità della maggioranza Forte.

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