Unica città in Italia dove il costo della vita è sceso nell’ultimo anno. Campobasso si conferma città più ‘risparmiosa’ dello Stivale secondo la classifica stilata dall’Unione Nazionale Consumatori. Campobasso nel 2024 è in deflazione, segnando un -0,1% e dunque un risparmio di 21 euro rispetto alla spesa del 2023. Al secondo posto Biella, con una variazione nulla dei prezzi. Medaglia di bronzo per Caserta, +0,1% e +21 euro.
In testa alla graduatoria delle città più care Bolzano, dove l’inflazione media pari a +1,7%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente, per una famiglia media, a 492 euro in più rispetto al 2023. Medaglia d’argento per Rimini, che, avendo la terza inflazione più elevata del Paese, +1,6%, ha un incremento di spesa, rispetto al 2023, pari a 435 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Siena che con +1,7% (ex aequo con Bolzano) ha una spesa supplementare pari a 434 euro annui per una famiglia tipo.
Guida la classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +1,3% (la più elevata d’Italia a livello regionale, ex aequo con il Veneto), il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 370 euro. La regione più economica è invece il Molise, +0,1% pari a +21 euro, seguito dalla Valle d’Aosta (+0,1%, +26 euro). Medaglia di Bronzo per la Basilicata (+0,5%, +105 euro).
A dicembre il tasso di inflazione si conferma al +1,3% su base annua. Complessivamente, ha reso noto l’Istat, nel 2024 i prezzi al consumo registrano in media una crescita dell’1,0%, mentre la media record del 2023 si era attestata al +5,7%. Un calo dovuto soprattutto alla discesa dei prezzi dei beni energetici rispetto ai picchi raggiunti nell’anno precedente.
Con l’inflazione a questi livelli, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +409,50 euro annui. Su tali stime pesa però la minaccia della nuova crescita dei costi energetici, con i prezzi dei beni energetici regolamentati che nel 2024 don passati da +7,4% a +12,7% e nel 2025 sono destinati a raggiungere aumenti ben più consistenti. Un andamento che rischia di ripercuotersi, come avvenuto in passato, sull’andamento generalizzato dei prezzi: l’Osservatorio Nazionale ha, infatti, stimato per il 2025 una stangata di +914,04 euro annui a famiglia.
«Dopo i fortissimi aumenti registrati nel 2023, anche nel 2024 prosegue la corsa degli alimentari, con i prezzi al dettaglio del comparto che segnano un aumento medio annuo del +2,4%, confermando i tanti allarmi lanciati negli ultimi mesi da Assoutenti, sui quali chiederemo un approfondimento a Mister Prezzi», ha commentato il presidente dell’associazione, Gabriele Melluso. Secondo Assoutenti si conferma l’andamento “drammatico” dei listini alimentari che a fronte di una inflazione media dell’1% hanno registrato nel corso dell’ultimo anno rialzi ben più pesanti e pari al +2,4%, equivalenti ad una maggiore spesa da +219 euro in media per una famiglia con due figli. In termini di impatto sulla collettività, solo per bere e mangiare gli italiani hanno speso lo scorso anno 3,9 miliardi di euro in più rispetto al 2023.