Anche nei bambini il Long Covid lascia un segno distintivo nel sangue: si tratta di una “firma” composta da molecole pro-infiammatorie in concentrazioni elevate, indice di un’infiammazione sistemica. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare la diagnosi di questa condizione con un semplice prelievo di sangue, grazie al supporto dell’Intelligenza Artificiale (IA).
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Pediatric Research, è stato condotto da un team di scienziati dell’Università Cattolica di Roma e del Policlinico Gemelli Irccs, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Tra i principali autori spicca Danilo Buonsenso, originario di Campobasso, medico della Cattolica e dell’Unità Operativa di Malattie Infettive Pediatriche del Gemelli, insieme a Nicola Cotugno e Paolo Palma del Bambino Gesù, sotto la guida di Piero Valentini, direttore dell’Unità di Malattie Infettive Pediatriche del Gemelli.
L’indagine si è concentrata sull’analisi del sangue di 112 giovani pazienti, di età compresa tra 0 e 19 anni, suddivisi in quattro gruppi: 34 bambini con Long Covid, 32 con infezione Covid-19 in corso, 27 con la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C) e 19 coetanei sani.
I ricercatori hanno individuato nel plasma dei bambini con Long Covid una quantità significativamente elevata di molecole pro-infiammatorie e pro-angiogenetiche, tra cui Cxcl11, Cxcl1, Cxcl5, Cxcl6, Cxcl8, Tnfsf11, Osm e Stambp1a. Servendosi di un modello di Intelligenza Artificiale, hanno poi diagnosticato il Long Covid con un’accuratezza del 93%, dimostrando come questa tecnologia possa diventare uno strumento cruciale nella gestione clinica.
Il Long Covid è caratterizzato dalla persistenza di sintomi per almeno 8-12 settimane dopo l’infezione da SARS-CoV-2, compromettendo la qualità di vita. Nei bambini, la condizione colpisce circa lo 0,5% dei giovani esposti al virus, con maggiore prevalenza nei ragazzi sopra i 10 anni, indipendentemente dalla gravità dell’infezione iniziale
«Questo lavoro dimostra in maniera inequivocabile che il Long Covid, anche in età pediatrica, è una malattia organica immunomediata», dichiara all’Ansa Danilo Buonsenso. I dati raccolti rappresentano un passo avanti non solo nella comprensione di questa sindrome, ma anche nella definizione di terapie mirate.
La scoperta della “firma” proteica nel sangue dei piccoli pazienti apre la strada alla creazione di un test diagnostico di routine. «La possibilità di identificare il Long Covid con un semplice prelievo consente una presa in carico tempestiva e globale del paziente pediatrico», aggiunge Nicola Cotugno.
Oltre alla diagnosi, lo studio fornisce basi immunologiche solide per sviluppare trattamenti mirati, offrendo una speranza concreta a bambini e famiglie che convivono con le conseguenze di questa condizione.

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