Dopo il pronunciamento del giudice del Lavoro del tribunale di Campobasso che ha rigettato il ricorso presentato dalla Cgil, arriva un’altra parziale vittoria per la sindaca Marialuisa Forte e per i componenti della sua giunta, o meglio gli esponenti dem e 5s che hanno votato la delibera sulla riorganizzazione della macrostruttura, al contrario di quelli del Cantiere civico. Ieri il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal dirigente Vincenzo De Marco. Dunque, in attesa dell’udienza di merito, che non è ancora stata fissata, la delibera 332 è pienamente valida. I giudici amministrativi hanno ritenuto che la richiesta di De Marco «non si presenta assistita dal necessario fumus boni iuris innanzitutto sotto il profilo dell’eccepito difetto di giurisdizione», rilevando inoltre «che verso la stessa conclusione di carenza del fumus boni iuris dell’impugnativa convergono le ulteriori eccezioni di inammissibilità e le controdeduzioni di merito formulate dalla difesa comunale». Infine, hanno ritenuto che «il danno prospettato dalla parte ricorrente, connesso a presunti disservizi che potrebbero ipoteticamente investire le attività amministrative, neppure risulta idoneo a integrare il presupposto del periculum in mora indispensabile per la concessione della misura sospensiva invocata».
L’amministrazione comunale è stata assistita in questa controversia dall’avvocato Michele Sansone del foro di Campobasso.
«La decisione del Tar Molise conferma la solidità e la legittimità delle azioni intraprese dalla nostra amministrazione – il commento della sindaca Marialuisa Forte -. Continueremo a lavorare con determinazione e trasparenza per realizzare una struttura amministrativa moderna, efficiente e in linea con i principi di buona gestione della cosa pubblica. Questa sentenza rappresenta un ulteriore stimolo per portare avanti con responsabilità le nostre scelte, sempre orientate al rispetto delle regole e al servizio della comunità». Insomma, nonostante la levata di scudi da parte di alcuni sindaci dell’Ats – supportati in prima battuta anche dalla consigliera regionale Stefani Passerelli – e le frizioni create in maggioranza, la decisione di sostituire il dirigente Vincenzo De Marco dal settore Politiche sociali non sembra, per il momento illegittima, con buona pace degli assessori Fraracci e Marcheggiani e del consigliere Ruta che si sono sempre detti contrari paventando irregolarità e interruzione dei servizi. La stessa sindaca aveva sin da subito motivato la scelta di rivedere i ruoli dei dirigenti e proporre una rotazione alle Politiche sociali con «l’obiettivo è di proporre soluzioni che salvaguardino la natura totalmente pubblica di qualunque entità associativa che decideremo insieme di fare nascere. Vogliamo garantire che il patrimonio di know-how sviluppato nel delicatissimo settore del welfare rimanga nella disponibilità delle Amministrazioni comunali, che devono essere strutturate e competitive indipendentemente da chi, a seguito delle aggiudicazioni dei Servizi e/o delle progettazioni o co-progettazioni, verrà chiamato a tradurre in concreto le scelte adottate dai Comuni in forma associata». La sindaca ha poi ribadito che la coalizione progressista al governo del Comune di Campobasso crede fermamente che il privato, nel welfare come in altri settori quali la scuola e la sanità, sia un partner indispensabile per realizzare servizi efficienti e di qualità. Tuttavia, il privato non deve e non può sostituire il pubblico. «Questo è l’indirizzo politico che vogliamo dare e che – sottolinea in uno dei passaggi della lettera inviata ai sindaci dell’Ats – pretendiamo sia attuato da chi opera a livello dirigenziale. Contrasteremo ogni forma di privatizzazione, più o meno esplicita, dei Servizi Sociali e l’idea di un Consorzio pubblico-privato per la futura gestione dei Servizi di Ambito, poiché è quanto di più lontano possa esserci dalla visione che la mia Amministrazione ha».

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