L’aula della Corte di appello del Tribunale di Campobasso ha ospitato, nella mattinata di ieri, la presentazione del “Calendario della legalità”, un prezioso punto di riferimento sul tema destinato alle scuole del capoluogo e della regione a cura dell’Associazione nazionale magistrati.
Articoli della Costituzione, codice penale, l’importanza della diffusione del tema per gli studenti, ma anche più ampie considerazioni – come avvenuto durante l’incontro di ieri – sugli effetti della riforma della giustizia nel nostro Paese e lo scenario attuale del panorama mondiale, minato e minacciato costantemente dalle guerre.
A presentare le finalità del “Calendario”, il presidente della giunta esecutiva sezionale di Campobasso, Michele Russo. «Il nostro obiettivo, ed è il motivo per il quale siamo qui, è rivolto al processo di avvicinamento che ci auguriamo possa materializzarsi tra la giustizia e la scuola. Rafforzare la legalità – ha sottolineato – significa prendersi cura di temi che ci toccano da vicino, significa sensibilizzare per capire tutto ciò che c’è dietro il semplice termine “legalità”. E’ importante se tutto ciò prende piede e interessa i ragazzi fin dalla prima adolescenza».
Proprio per questo motivo, il presidente Russo ha voluto rimarcare la scelta estesa del “Calendario della legalità”. «Trattandosi di temi rilevanti, che possono dare tanto sul fronte delle conoscenze e della crescita, abbiamo inserito le scuole secondarie di I grado, proprio perché approcciarsi a questi temi da subito può risultare davvero determinante».
Oltre alla presentazione di un cortometraggio di alcuni minuti che ha raccolto i momenti più significativi dell’incontro dell’Anm Molise con alcune scuole nei giorni scorsi, l’incontro si è rivelato occasione propizia per allargare il campo e valutare attraverso riflessioni l’argomento giustizia in Italia, tema sempre discusso e attuale. «Gli ultimi provvedimenti in materia – ha spiegato il procuratore capo Nicola D’Angelo, rispondendo alle domande dei presenti – non credo risolveranno lo storico problema dei tempi lunghi per i processi, l’unico impatto forte si avrà sulle intercettazioni, drasticamente ridotte».
E sugli equilibri mondiali, secondo D’Angelo passa un messaggio ancora più forte. «Oggi bisogna stare attenti al processo: “io sono più forte, io comando”, relegando gli altri paesi a ruoli marginali. Lo scenario attuale non promette nulla di buono, poiché incentrato proprio sulla regola pericolosa del potere. In Italia, va ricordato, è sempre possibile esprimere la propria opinione o manifestare, non ci sono particolari limitazioni e vediamo nelle piazze eventi a sostegno di posizioni diametralmente opposte tra loro, segnale – conclude D’Angelo – di una libertà di espressione riscontrabile».