Non solo dall’Udeur. Anche dall’Udc è partita una nota sulla scelta di ‘campo’ che anticipa il congresso romano e a arriva a ridosso delle elezioni comunali. “La scelta di riconciliazione dell’Udc – scrive in una nota Michele Ambrosio capogruppo e Massimo Sabusco dell’Udc a Palazzo San Giorgio – all’interno delle forze che si riconoscono nel Partito popolare europeo e che si collocano nell’area di centrodestra annunciata recentemente dal leader del partito, on. Casini, e l’abbandono di percorsi politici di ‘terzo polo’ di difficile realizzazione in un sistema bipolare ormai consolidato, rappresentano la strada da seguire nell’alleanza delle prossime elezioni amministrative che interesseranno il capoluogo di regione. Sulla scorta di tale orientamento, che verrà discusso e ratificato nel corso del congresso nazionale che l’Udc terrà dal 21 al 23 febbraio, anche il gruppo consiliare al comune di Campobasso ritiene non più procrastinabile una scelta di campo e dunque la conferma di un percorso politico e programmatico all’interno della coalizione di centrodestra”. Ma c’è di più. Perché oltre ad aver individuato la colazione Michele Ambrosio si schiera anche con Gino Di Bartolomeo, ricandidato (per ora senza il sostegno dei partiti che invece hanno puntato sulle primarie civiche) alla carica di primo cittadino. “Una condivisione – proseguono dal gruppo – che trova il fondamento in un programma amministrativo concreto da realizzare compiutamente nei prossimi cinque anni di mandato e che trovi la sua base ideale nella prosecuzione e valorizzazione di quello attuale e conseguentemente nella conferma alla guida al vertice di palazzo San Giorgio del senatore Luigi Di Bartolomeo. Le primarie, così come da tempi non sospetti continuiamo a sostenere, rappresentano un potente strumento di partecipazione popolare solo nel caso di consultazioni vere, con candidati veri, realizzate sulla scorta di programmi veri e con una tempistica vera che oltre a consentire la massima partecipazione di tutti gli attori della società, allontani i sospetti di congiure di palazzo e soprattutto le ingerenze di potentati che nulla hanno a che vedere con la città di Campobasso”.