“Taccia chi non ha titolo a parlare dell’Udc”. Luigi Velardi va all’attacco del gruppo Udc del Comune che si schierano nel centrodestra bacchettando le primarie e sostenendo Di Bartolomeo alle elezioni comunali. “In riferimento all’articolo apparso oggi sui quotidiani locali, con il quale si vuole attribuire all’Udc la decisione di appoggiare il Sindaco Sen. Luigi Di Bartolomeo, nella ipotesi di una sua riproposizione alla guida del Comune di Campobasso, avverto il dovere di precisare che la notizia è del tutto infondata in quanto è a mia conoscenza che nessun organo di Partito si sia pronunciato a riguardo ed abbia sancito tale scelta.
Ogni dichiarazione del singolo, dunque, deve essere considerata frutto di proprie fantasie ed espressioni della sola volontà personale.Invito, pertanto, chi è ufficialmente alla guida del partito a far conoscere quale sia la linea ufficiale dell’Udc, sgombrando il campo da equivoci e uscendo, magari, da un assordante silenzio che perdura da anni.È necessario anche precisare che qualche grafomane in particolare, ha solo utilizzato il simbolo del l’Udc per la sua fortunata elezione per poi scomparire nei cinque anni successivi e mostrarsi reticente a qualunque cenno del Partito, facendo inoltre ricadere nei vari appuntamenti elettorali il suo contributo su figure che mai hanno fatto parte del nostro gruppo. A proposito è bene che ognuno di noi prima di ‘proclamare’ controlli almeno di aver provveduto a sottoscrivere la tessera di appartenenza all’Udc.Infine tali dichiarazioni appaiono come offensive ed assumono l’aspetto di una ingloriosa resa abdicando a terzi taluni privilegi ed è oltremodo una mortificazione per la classe dirigente tutta dell’Udc di Campobasso che ha, in alcuni elementi in particolare, ogni dotazione politica, morale ed umana per una legittima aspirazione ‘al trono’.
Ma la replica di Michele Ambrosio non si fa attendere: mi è stato riferito di una nota stampa a firma di un tale Luigi Velardi e di un suo intervento sulla posizione assunta dal gruppo consiliare Udc al comune di Campobasso. Non comprendo il ruolo ed il titolo di questa persona ad intervenire su questioni che attengono al capoluogo di regione, città che ha sempre snobbato e dove, da assessore regionale uscente, ha raccattato poco meno di 60 voti alle elezioni regionali del 2011. Le sue esternazioni si commentano da sé e non posso che commiserare questi rigurgiti di lesa maestà da parte di una persona che avrebbe di meglio da fare nel suo tempo libero”.