L’assessore alla Mobilità di Palazzo San Giorgio prende le distanze dall’iniziativa dei suoi colleghi di giunta Giuseppe Cimino, Aldo De Benedittis, Domato Toma e Livia Mucci e torna a ribadire la necessità di procedere in maniera convinta su un processo di aperto confronto nella coalizione Insomma tradotto significa primarie.
“Condivido parte del documento firmato dai quattro assessori – ha spiegato Cefaratti -, soprattutto nel punto in cui vengono specificati i risultati raggiunti in questi anni e gli sforzi compiuti in un contesto socio-economico oggettivamente complicato. Sono quindi orgoglioso di aver dato il mio contributo e di aver lavorato accanto a persone di valore, in primis il sindaco Gino Di Bartolomeo. Non condivido, come ormai è ben noto da tempo e come ho espresso più volte pubblicamente e in assoluta trasparenza, il modello dell’autocandidatura e la politica del muro contro muro. L’area dei moderati non può, in un periodo storico così delicato, non avere la forza di rimettersi in discussione e rinunciare preventivamente al dialogo e ad un principio cardine come la partecipazione. Ritengo ancora oggi le primarie – ha aggiunto – lo strumento più idoneo a ridare nuova linfa alla politica e a garantire quel rinnovamento che ormai gli elettori chiedono da troppo tempo. Rinnovamento che non è sinonimo di becera rottamazione, ma nasce semplicemente dalla necessità di ridare legittimità alla politica. E tale legittimità non si può ottenere attraverso fughe in avanti, ma solo con il coinvolgimento di tutti e attraverso metodi democratici e di aperto confronto.

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