Tutto ruota attorno alla domanda che Gesù fece a San Pietro,il primo Papa: “Mi vuoi bene?”. Poche parole che contengono l’amore e quel senso di profonda umanità del Cristo salvatore, domanda che duemila anni dopo è diventata il perno della settimana di raccoglimento organizzata dalla Fraternità salesiana. Una settimana che termina domani con la santa messa celebrata dal pontefice, ospite del Molise, sull’ex Romagnoli a Campobasso. Un evento unico, che rimarrà nella storia della regione, e per il quale seicento giovani che domani saranno alla destra del palco installato sul Romagnoli hanno deciso di preparasi per aprire il cuore e la mente all’abbraccio con il Santo Padre venuto dalla fine del mondo. Niente cellulari e niente Facebook, ma attività sportive, ludiche, momenti di raccoglimento, di riflessione e confronto, e soprattutto una grande comunione: per crescere ed imparare ad affrontare le piccole sfide che si incontrano ogni giorno sul lungo cammino della vita. Negli spazi della scuola media di Campodipietra, concessa dal Comune, circa 150 ragazzi arrivati anche da Petrella, Montagano, Matrice, San Giovanni in Galdo e Campolieto, per aspettare tutti insieme Francesco, ragazzi che domani si incontreranno al vecchio Romagnoli con i giovani che frequentano gli altri ‘campus’ salesiani che si stanno svolgendo a Riccia-Gambatesa e nelle parrocchie di San Giovanni , San Paolo e Sant’Antonio Battista di Campobasso.
“Abbiamo avuto modo di aprire i nostri cuori e prepararci alla vista del Papa – racconta padre Francesco, salesiano, che sovrintende insieme a don Saverio, parroco di Campodipietra, il campus – ma è un modo per tanti giovani di confrontarsi, di abbandonare la timidezza, di riflettere su grandi tematiche. Un itinerario di fede o se vogliamo un catechismo speciale e originale che attira i ragazzi senza annoiarli. Molti di loro hanno prima voluto vedere di che cosa si trattava e poi si sono iscritti, lo hanno fatto con convinzione. L’impegno di noi salesiani è quello di avvicinare alla chiesa chi è distante creando un clima accogliente, che abbini alla riflessione le attività ludiche. Che spesso diventano occasione di riscatto per tanti ragazzi che si mettono alla prova e tentano di fare un passo avanti”.