Se rispetto ai sette anni di crisi Campobasso se l’è cavata più o meno bene piazzandosi al 45esimo posto della classifica delle province italiane è forse anche per quel senso dell’economia che per la maggior parte dei campobassani fa il paio con la capacità di tirare la cinghia anche a costo di qualche rinuncia. Evidentemente Ragiona allo stesso modo anche il Comune di Campobasso che, dai primi numeri che emergono dalla banca dati OpenCivitas messa a disposizione dal ministero dell’Economia di tutti gli amministratori locali, finisce per essere il capoluogo dove c’è la maggiore differenza tra fabbisogni standard per abitante e spesa storica riferita sempre al singolo abitante. E così rispetto ai dati del 2010 si scopre che il Comune spende 484 euro per residente mentre il fabbisogno sarebbe di 557 euro con una differenza del 15%. Il risultato? Campobasso è il capoluogo più parsimonioso seguito da Catanzaro dove invece la differenza è del 14%.  Si va più o meno in pari a Milano città in cui la differenza, ancora con il segno più, è di appena 1, mentre si tocca il fondo a Perugia dove si arriva al 31% con davanti il segno meno: tradotto in soldoni significa che il comune spende molto di più delle necessità dei suoi abitanti: 1.057 euro per cittadino a fronte del fabbisogno che si ferma a 734 euro a testa. Essendo pochi i comuni virtuosi,  la media è presto fatta: ogni comune spende all’incirca 50 euro in più per abitante rispetto al dovuto.

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