Basta farsi un giro tra i banchi della frutta per rendersi conto di come negli anni sia cambiato il volto del mercato coperto di Campobasso: da affollatissimo luogo commerciale della città è diventato poco più che un desolato contenitore dove scarseggiano perfino i venditori. L’idea di rivalutare l’area era arrivata durante la consiliatura capeggiata da Di Fabio che attraverso un accordo stipulato con l’impresa edile Di Biase mirava per restituire alla struttura la vecchia centralità. Un grande progetto che contemplava la ristrutturazione dell’immobile attraverso la realizzazione di una galleria commerciale, di un cinema multisala, di un ristorante panoramico e al pian terreno di uno spazio riservato ai venditori che sono ancora oggi nell’antico edificio disegnato dall’architetto Mandolesi. Insomma un restyling completo che avrebbe dato una seconda vita al mercato di via Monforte. Le cose però hanno seguito un altro corso e alla del progetto non se n’è fatto più nulla: dopo una lunga trattativa con l’impresa, il sindaco Di Bartolomeo ha chiuso il capitolo e lo spazio di via Monforte è rimasto così com’era, senza alcuna riqualificazione. Sono passati altri anni e non ci sono stati miglioramenti, anzi i clienti sono diminuiti e quello che una volta era il fulcro della vita sociale di Campobasso è diventato un deserto. “Ora serve un’inversione di rotta – dice l’assessore ai Lavori pubblici di Palazzo San Giorgio Pietro Maio – quell’area va recuperata, salvata, sottratta all’abbandono. Dobbiamo pensare ad un nuovo progetto, magari sulla falsa riga di quello che non è andato a buon fine. Insomma dobbiamo studiare la migliore soluzione per evitare la morte di una struttura che credo abbia ancora tutte le possibilità per vivere e per dare ancora tanto a Campobasso e ai campobassani”. Nello spazio di via Monforte sono stati organizzati, nei mesi scorsi, anche degli eventi a tema che hanno riportato un po’ di gente nella vecchia struttura, ma le manifestazioni occasionali non sono servite a cambiare il destino della struttura. “Occorre un’idea forte, che unisca al recupero dello spazio fisico anche il recupero dello spazio inteso come luogo sociale. È quindi necessario valutare al meglio le possibilità dell’edificio per cucirci addosso un progetto di riqualificazione che vada incontro soprattutto a chi lì dentro ci lavora superando ogni giorno grosse difficoltà e a chi sta tornado, o vuole tornare all’idea di fare la spesa in centro, dal negoziante o fruttivendolo di fiducia. E poi uno spazio rimesso a nuovo e funzionate sarebbe un bel regalo dell’amministrazione alla città”. Una buona notizia per gli operatori del settore che hanno scommesso su quell’area che l’amministrazione guidata da Battista potrebbe rimettere a nuovo.