Prevedibile, “ma forse meno auspicabile”, che l’istituzione del registro per il testamento biologico generasse un acceso dibattito… anche fuori dall’aula di Palazzo San Giorgio dove il provvedimento è stato approvato martedì da 12 consiglieri che liberamente, e senza alcun condizionamento partitico né politico, hanno espresso il loro voto favorevole. Una discussione franca su un tela delicatissimo “che ha nobilitato per poche ore quanti siedono nel consiglio comunale del capoluogo” ha detto il consigliere Roberto Gravina dei Cinque Stelle che risponde all’intervento del senatore Di Giacomo che ha invece parlato di atto illegittimo e della necessità d’intervento del prefetto.
“Ritengo che la scelta di adottare lo strumento del registro DAT anche per la città di Campobasso rappresenti una grande innovazione, un segno di modernità e di civiltà, una conquista di libertà per tutti i cittadini che vorranno depositare le proprie dichiarazioni.
In qualche modo, il Comune – spiega Gravina – funge da notaio, eliminando così il problema dell’autenticità delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, rendendo accessibile a tutti, in modo gratuito, tale facoltà. Ricordo, infatti, che nulla cambia, anzi, ciascuno di noi potrà scegliere in assoluta libertà cosa fare, magari rivolgendosi ad un notaio pagato profumatamente o magari continuando a rifiutare qualsiasi forma di dichiarazione anticipata. Ad ognuno il suo, però! Siamo consapevoli che il registro non ha valore giuridico così come non serviva che qualche senatore ci ricordasse che si tratta di una prerogativa del legislatore nazionale, ma si tratta di una forte spinta verso questa direzione: il legislatore nazionale deve prendere coscienza che il popolo italiano, rappresentato da centinaia di consigli comunali, crede in questo strumento e pretende una sua regolamentazione definitiva. Del resto di libertà parla anche la carta costituzionale all’art. 13, troppe volte chiamata in ballo solo quando fa comodo. Spero che anche il senatore Di Giacomo si renda conto che la volontà dei cittadini merita rispetto, non fosse altro perché è quella stessa volontà che gli ha permesso di sedere in Senato….o forse no?”.