Una ricognizione generale sugli istituti della provincia di Campobasso per avere un’idea chiara sullo stato dell’arte e prendere una decisione calzante rispetto al panorama scolastico locale. Riunione ‘affollata’ ieri sera in Regione. All’incontro convocato dal governatore Frattura hanno partecipato tanti sindaci della provincia per far fronte all’emergenza scuola. Emergenza che oggi è sinonimo di mancanza di fondi per pagare il riscaldamento. “Si tratta di capire con quale logica dobbiamo rendere migliore il sistema e cioè fino a quando e fino a che punto i Comuni proprietari di immobili sono in grado di rendere disponibili, con una gestione consortile, gli stessi immobili”. Ha detto il governatore Paolo di Laura Frattura a margine dell’incontro con i sindaci della provincia di Campobasso. Due le proposte che ha lanciato il presidente: “Chi ha una scuola con degli spazi e può ospitare in quella scuola altri istituti, è bene che si impegni per farlo. La Regione può accompagnare una razionalizzazione, come ad esempio è già accaduto in Lombardia, lavorando per la settimana corta. Si possono concentrare le ore su cinque giorni lavorativi così da tenere spenti i riscaldamenti per due giorni. Questo può essere un altro sistema”. Frattura infine ha concluso: “E’ chiaro che un conto è costruire soluzioni insieme, un conto è invece pensare di farlo da soli, tenendo presente che la pochezza di risorse è un problema che riguarda tutti”. Raccoglie le proposte del governatore il sindaco di Campobasso Antonio Battista che ha partecipato insieme a tanti altri colleghi all’incontro a Palazzo Vitale. “Sono pronto al dialogo e a ragionare su varie ipotesi – spiega il primo cittadino di Campobasso – per rafforzare al meglio il ruolo e l’immagine della città, per garantire il massimo ai campobassani e quindi alla popolazione studentesca, ai docenti e a tutte quelle persone che lavorano nelle scuole. Ma prima di compiere qualsiasi passo il governatore vuole avere il quadro completo della situazione, un modo per capire le reali necessità del territorio provinciale e quindi di ogni singola realtà. Senza sapere nello specifico quante scuole ci sono, quante sono le aule libere e soprattutto quale sarà la proiezione per i prossimi anni non si potrà mai decidere la strada da intraprendere. Personalmente sono possibilista anche sulla settimana corta nelle scuole se servirà a far fronte all’emergenza. Certo prima di arrivare ad un punto fermo dovremo ascoltare il parere di chi la scuola la vive ogni giorni”. Oltre a Battista tanti i sindaci pronti al dialogo. L’inverno è alle porte.

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