Nella splendida cornice della chiesa di San Antonio Abate a Campobasso, una delle più antiche e suggestive della città si è svolto il convegno ‘Prevenzione Diagnosi precoce e trattamento chirurgico dei tumori del seno e della tiroide’. Dopo l’indirizzo di saluto del parroco, don Ugo Iannandrea, ha introdotto e coordinato i lavori il professor Camillo Cavicchioni, direttore del dipartimento di oncologia, che dopo aver brevemente illustrato le attività cliniche della Fondazione con particolare riferimento all’aspetto chirurgico, ha presentato i due relatori: il dottor Pietro Princi, endocrino-chirugo, e il dottor Francesco Palumbo, chirurgo senologo. La prima parte dell’incontro è stata dedicata al tumore delle tiroide. Ogni anno, in Italia, oltre 40mila pazienti vengono sottoposti ad intervento alla tiroide (il 30% circa per tumore tiroideo) che comporta l’asportazione chirurgica della ghiandola. Le complicanze, che in mani esperte si verificano in percentuali estremamente ridotte (1% circa), sono essenzialmente legate: alla lesione dei nervi laringei (superiori ed inferiori) che comportano problemi nel parlare e nel deglutire, oppure al danneggiamento delle paratiroidi che regolano i livelli di calcio nel sangue. Presso l’Unità di Chirurgia della Fondazione di Ricerca e Cura ‘Giovanni Paolo II’ è in dotazione un innovativo strumento diagnostico non invasivo, chiamato nerve-monitoring, che aiuta a preservare i nervi laringei durante l’intervento. “Questa moderna apparecchiatura facilita l’identificazione precoce del nervo laringeo, riducendo al minimo il rischio che questo possa subire danni – ha spiegato il dottor Pietro Princi – inoltre evidenzia l’esistenza di varianti anatomiche e aiuta nella dissezione del nervo”. Il principio di funzionamento del nuovo strumento è molto semplice, in quanto il sistema consente di eseguire un monitoraggio continuo dei nervi di cui il chirurgo vuole preservare integrità e funzionalità. Un allarme sonoro avvisa il chirurgo ogni volta che il nervo viene sollecitato. “La parola chiave nella cura delle donne con tumore del seno è: “chirurgia conservativa – ha spiegato il dottor Francesco Palumbo – il chirurgo cerca di preservare il più possibile l’integrità del seno. Grazie alla tecnica della quadrantectomia può essere risparmiata la mammella, che un tempo veniva sempre e completamente asportata anche per un tumore di piccole dimensioni. Oggi anche i linfonodi ascellari possono essere salvati grazie alla tecnica della biopsia del linfonodo sentinella. Viene prelevato in maniera mirata un solo linfonodo, che viene esaminato esaustivamente: se questo è sano non vi è necessità di asportare gli altri linfonodi. Lo svuotamento ascellare viene effettuato solo quando il linfonodo sentinella è interessato dalla malattia”.
Il numeroso pubblico presente ha rivolto diverse domande ai relatori, manifestando molto interesse per i temi trattati.