Caro Enrico,
è con lieve stupore che apprendo le tue recenti affermazioni, a mezzo stampa, su “Polo Civico” e su alcuni dei suoi componenti.
Con stupore perché non immaginavo che questioni limpide e lineari potessero suscitare in te tali moti di sussulto; seppur lieve perché la tua “presa” di distanze era prevedibile fin dal momento della tua candidatura alle scorse elezioni amministrative, che ti hanno visto prevalere – anche meritatamente, per carità! – su altri esponenti della tua lista che avevano, probabilmente, più e meglio di te, compreso l’essenza della nostra coalizione civica. Il nostro “Polo” è genuino, aperto, multiforme, costituisce reale espressione dell’interesse civico collettivo. Questa è la sua peculiare ricchezza: non è limitato ai soli eletti e non è circoscritto all’importante amministrazione del comune capoluogo. Si tratta di un progetto ambizioso, che coinvolge tante altre persone e molte più idee di quelle che alcuni, te compreso, possono immaginare.
Anche il mio apparire, a tuo dire, “troppo spesso assente, passivo e silente, quasi incurante di quanto accade a Palazzo S. Giorgio” è indice, invece, del mio profondo rispetto per i miei colleghi e del mio costante impegno nella complessa e appassionante attività di raccordo e di costruzione della nostra prospettiva identitaria.
Il nostro Progetto cresce, avanza, raccoglie adesioni e, inevitabilmente, lascia indietro chi in esso non ha mai creduto. Lo avevamo messo in conto.
I nostri Consiglieri Cancellario, Coralbo, Pilone e Tramontano lavorano con dedizione e meritano, per quanto mi riguarda, plauso e riconoscenza. Non hanno di certo la necessità di “accaparrarsi qualche spazio in più sui giornali”.
Il Polo Civico è tutt’altro che autoreferenziale, costantemente si condividono pensieri, riflessioni ed iniziative. Lo sai bene. Del resto, eravamo entrambi presenti quando, alla vigilia della presentazione delle ultime mozioni, abbiamo dedicato un’intera serata all’esame degli argomenti in discussione.
Perciò, Enrico, nel rispetto delle reciproche posizioni, prendi pure le distanze che ritieni, prosegui in autonomia la tua brillante attività di consigliere di opposizione, nella libertà della quale, comunque, nessuno ha mai inteso privarti.
Unicamente una tua affermazione mi ha trovato d’accordo: “la Politica è una cosa seria”, troppo seria per consentire facili digressioni demagogiche e populiste, tipiche di quanti, privi di concreto spirito propositivo, si ergono a paladini della buona amministrazione e della giustizia sociale.
Ti saluto con cordialità e ti auguro buon lavoro.
Michele Scasserra