È il protettore degli animali. Fino a qualche anno fa ogni famiglia che allevava animali domestici teneva in casa l’immagine di Sant’Antonio Abate un po’ per fede, un po’ per cultura. Oggi sta scomparendo anche la vecchia usanza di crescere i maiali, ma la tradizione di rendere omaggio al santo è rimasta in piedi, anche a Campobasso dove nel centro storico gli è stata dedicata una chiesa e una strada. Un piccolo quartiere che porta il nome del Santo e che ogni 17 gennaio si ritrova sul sagrato per accendere il fuoco. E quest’anno in onore di Sant’Antonio Abate si terranno la santa messa, poi la processione e in serata fuoco e Maitunate. Ad aprire la festa l’allegria, il colore, la tradizione e la ricercatezza dei costumi della Polifonica Monforte di Campobasso che sfilerà lungo il centro storico. Il gruppo, che il 5 gennaio scorso ha partecipato anche alla 65esima edizione del presepe vivente di Rivisondoli, partirà dalle 16 da Piazza San Leonardo e giungerà nello spazio antistante la chiesa di Sant’Antonio Abate dove fino alle 17 il gruppo ricorderà alcuni dei più bei canti della tradizione campobassana che da sempre ha diffuso, sia in Italia che all’estero, sotto la guida dell’indimenticabile Antonio Socci, fondatore e ambasciatore della tradizione popolare del capoluogo molisano. Campobasso torna dunque a respirare l’aria del ‘rosso blu’, dei propri colori storici, torna a respirare le antiche feste. Un momento importante per la gioia e l’onore dei campobassani che con la Polifonica Monforte hanno una nuova rappresentanza nell’ambito del folclore italiano. Il gruppo parteciperà poi alla celebrazione della santa messa presieduta da Monsignor Bregantini e resterà attorno al fuoco, fino al termine della sentita festa.